Nell'ambito della XVI edizione di Letterature - Festival Internazionale di Roma, Hanif Kureishi dialoga con Elena Stancarelli e Marino Sinibaldi, grazie alla preziosa e sensibile traduzione simultanea di Marina Astrologo nella periferica, coloratissima e vivace biblioteca comunale 'Renato Nicolini', via Marino Mazzacurati, 76 - Corviale. Scelta più ricettivamente consona non si poteva fare, Kureishi, per sua stessa narrazione, è abitante della periferia, dei luoghi suburbani della città, della sua multietnica Londra; i suoi libri sono pregni delle incomprensioni culturali che i problemi razziali suscitano; ma è forte sostenitore dell'idea di preservare la mescolanza, combattendo l'invasione "della tribù dei ricconi" che altro non fanno che costruire gabbie dorate, espropriando gli umili, i semplici abitanti che popolano le nostre città. Kureishi, affascinante ma non romantico, ha descritto il suo lavoro di scrittore assimilandolo a quello di una casalinga che cerca di mettere insieme il pranzo con la cena. Ha avuto si, un'epifania della scrittura, ma una profonda onestà lo porta ad ammettere che il risultato dell'operazione dello scrivere è una professione, un commercio, un modo per sbarcare il lunario, a volte tutto grazie ad una casualità accidentale. A Kureishi piace prendere spunto dalle conversazioni normali che ha o che ascolta nella quotidianità. La quotidianità universale.
Solo tre aggettivi
- Periferico
- Quotidiano
- Universale