Gurinder Chadha, regista e sceneggiatrice anglo/indiana, torna sui nostri schermi con un’opera di ambientazione, costumi e fotografia da grande film inglese 'Il palazzo del Vicerè'; presentato fuori concorso alla Berlinale 67 (Distribuzione Italiana – CINEMA di Valerio De Paolis). Siamo a Delhi nel 1947, dopo 300 anni il dominio dell’Impero Britannico in India si sta avviando al termine. Lord Mountbatten (Hugh Bonneville), con la moglie (Gillian Anderson) e la figlia (Lily Travers), si trasferisce nel Palazzo del Vicerè (residenza che è quasi un personaggio a pieno titolo nello svolgimento del film, dallo stile architettonico imponente, espressione del potere imperiale, quasi intimidente!), con il delicato compito di accompagnare l’India nella transizione verso l’indipendenza. Nonostante gli insegnamenti del Mahatma Ghandi (Neeraj Kabi), la violenza esplode tra musulmani, induisti e sikh, sfociando nella cosiddetta 'Partition' tra India e Pakistan, coinvolgendo anche tutti i membri dello staff che lavorano nel Palazzo. La storia d’amore tra la bellissima Aalia (Huma Qureshi) di fede musulmana, e l’intraprendente Jeet (Manish Dayal) di fede induista, entrambi al servizio del Vicerè, verrà messa a dura prova dal conflitto delle rispettive comunità religiose… La Partizione dell’India ha svolto un ruolo fondamentale nella vita di Gurinder Chadha, nata a Nairobi ma cresciuta a Londra; i suoi nonni sono sopravvissuti ai tumultuosi eventi che hanno visto esplodere la violenza settaria tra la minoranza musulmana (che implorava di poter restare nella terra natia) e la maggioranza induista e sikh del paese, che ebbe come conseguenza la più grande emergenza profughi che il mondo abbia mai vissuto.
SOLO TRE AGGETTIVI
- Vivido
- Imperiale
- Romantico