Sono una figlia molto amata, di un amore fatto non solo di amore, ma anche di empatia, di affinità, di similitudini… E una cosa che certamente ci accomuna è il concetto di prendersi cura delle persone (oddio, a onor del vero, lei è brava anche con le piante!), avere attenzione ai loro bisogni, ai loro desideri, alle loro necessità… Nel corso del tempo, della nostra vita insieme, ho visto mia madre mille e mille volte farsi in quattro per tutti, soccorrere, ascoltare, accudire, e le prime destinatarie siamo state, naturalmente, noi tre figlie. Da circa un mese le cose si sono lievemente invertite, ora lei ha un problema di salute, nulla di grave, una frattura dell’omero della spalla destra con annessa operazione, però è afflitta e limitata nei movimenti e nell’autonomia. E’ “ospite” a casa mia. E il caso (ma il caso non esiste!) ha voluto che in questo momento io abbia tempo, tempo da dedicarle… Così mi sto prendendo cura di lei, cucino per lei, le faccio le punture, taglio le sue pietanze, la imbocco; ma il momento che più mi intenerisce è quando le faccio la doccia… Quel suo corpo così bello, ma anche così sofferente e segnato, mi scioglie il cuore. Mi prodigo in delicatezza, per non procurarle altro dolore, mi muovo con attenzione e tenerezza e lavandole i capelli, sotto la montagna di capelli bianchi, suo segno inconfondibile, mi si svela la cute così rosa e in un attimo me la immagino neonata: il suo corpo minuto e paffutello, la pelle liscia, il capelli neri e morbidi... E mi dico che è proprio vero, ad una certa età i ruoli si invertono, ora è lei la mia bambina, che oggi compie gli anni… dovrò prepararle una torta e riempire la sua giornata di candeline!