Vi segnaliamo la prima personale in galleria di Claudio Andreoli presso la Minigallery di Assisi, dall'8 al 17 dicembre: 'Recent Works on Ceramic'. Dopo le sculture lignee esposte alla Terza Biennale di Scultura di Piazzola sul Brenta, l’artista propone ad Assisi la recente ricerca composta da 30 'tavole' (18x14cm circa) in ceramica naturale o verniciata, con impressa l’immagine di una figura umana sempre più astratta, rarefatta. L’argilla è per sua natura duttile, incapace di resistere alla forza; facile da manipolare, ha una predisposizione intrinseca a essere messa in forma. Partendo da queste riflessioni Andreoli ne ribalta l’approccio: da un lato riduce al minimo l’energia utilizzata, sottolineando gli incidenti involontari del lavoro, che diventano cicatrici durature. La modellazione come testimonianza di un metodo processuale. Dall’altra interviene sulla resistenza del materiale, stravolto da azioni violente: le proprietà fisiche consentono a linee, graffi, incisioni di dissolversi gradualmente nella massa stessa. Così, quelli che sono dei corpi, la sottile umanità che ossessivamente l’autore racconta, viene diluita in segni impercettibili, sostituita dall’imprevedibilità e dal caso. Anche la rottura in cottura o essiccazione (l’errore) può trasformarsi in opera, ricomposta con barre di piombo e gomma. In mostra, infine, sono presenti due tele di grandi dimensioni che perdono il telaio e acquistano, nella deformazione, la capacità di farsi struttura nello spazio. E’ il quarto Sottocosto di Claudio Andreoli, un appuntamento che si concentra sul tema dell’accessibilità dell’arte; un progetto nato nel 2012 con la Takeawaygallery di Roma e che dopo il legno, il cemento e la pittura, approda alla Minigallery per insistere sull’analisi dei ruoli di gallerista, critico, artista e collezionista e del complesso rapporto tra gli ultimi due. Ciascuna tavola, proposta a una cifra irrisoria, perde nel momento dell’acquisizione la sua aura, assumendo quella di semplice 'oggetto'; un esperimento sui processi e i meccanismi dello scambio; un cortocircuito che fa saltare la regola non scritta della corrispondenza tra prezzo e valore.