Foxtrot, scritto e diretto dall’israeliano Samuel Maoz, il regista di Lebanon, Leone d’Oro a Venezia nel 2009, è interpretato da Lior Ashkenazi, Sarah Adler, Yonatan Shiray e, dopo essersi aggiudicato il Gran Premio della Giuria all’ultimo Festival di Venezia e critiche favorevoli a livello internazionale, uscirà nelle sale italiane il 22 marzo. Foxtrot è la danza di un uomo con il suo destino, è una parabola filosofica che analizza il concetto misterioso di fato attraverso la storia di un padre e di un figlio, fisicamente lontani ma che nonostante la distanza riusciranno a cambiare l’uno il destino dell’altro. Tre atti, come in una tragedia greca, per mettere in discussione un intero mondo, le sue convinzioni, i suoi sensi di colpa atavici. Quando degli ufficiali dell’esercito si presentano alla porta di casa e annunciano la morte del figlio Jonathan, la vita di Michael e Dafna viene sconvolta. Tutto appare incredibile e forse lo è: qualcosa di terribile è accaduto nell’isolato posto di guardia in cui il ragazzo prestava servizio sotto le armi – ma cosa, come, quando e perché? Tre atti, fra squarci di rabbia e lampi di ironia surreale, in cui la verità si avvicina beffarda a passo di danza ma il destino conserva per ultimo il suo scherzo più crudele. Attraverso il racconto ipnotico di un evento tragico e delle sue conseguenze, Samuel Maoz parte dal personale per esplorare temi universali che ci riguardano tutti: le dinamiche familiari e sociali, il dolore e il senso di colpa, l'assurdità e la crudeltà della guerra, il senso del destino che, come il Foxtrot, è sempre in movimento per tornare al punto di partenza. Scorrono immagini e sequenze che non possono lasciare indifferenti, ricordandoci che a volte i nostri drammi interiori sono più spaventosi dei conflitti che accadono quotidianamente in tanti paesi, o proprio fuori dalle nostre finestre.
SOLO TRE AGGETTIVI
- Coraggioso
- Ipnotico
- Doloroso
SOLO IL POSTER
solo il trailer
solo qualche immagine