Un nuovo appuntamento culturale organizzato dalla Biblioteca Storica Nazionale dell'Agricoltura a Roma: la presentazione del libro 'Anni ‘60' di Fabrizio de Prophetis - Editore: Gruppo Albatros Il Filo - presso la Sala Cavour (Parlamentino), venerdì 12 ottobre 2018 alle 15.00! "Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro": tale evento (facendo parte dell’iniziativa "Biblioteca Storica Nazionale dell'Agricoltura Italiana: Ciclo di Seminari ed Eventi culturali") rientra nel calendario italiano dell’Anno europeo, avendo ottenuto il marchio dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018. Alla presentazione intervengono l'autore insieme a Carmelo Pandolfi (Prof. Storia filosofia medievale, Regina Apostolorum Roma), Ettore Pompili (Presidente Onorario Associazione Nuovi Castelli Romani) e Alberto Bertucci Sindaco del Comune di Nemi.
Ecco la descrizione di 'Anni ‘60': Lettere colme di amore, sono quelle che due giovani innamorati si scrivono a causa della loro distanza. Una lontananza incolmabile che solo la forza e il valore delle loro parole riescono in parte a consolare nelle oltre millecinquecento lettere che i due giovani si scrivono. Alcune volte si spediscono anche tre lettere al giorno, parole semplici, profonde, sincere. Un'armonia di anima, spirito e corpi che, giorno dopo giorno, rafforza questa grande storia d'amore. Non possono fare a meno di scriversi e raccontarsi la loro vita quotidiana e così ogni singola parola diventa una sorta di magico scrigno dove è custodito uno dei valori più grandi della vita: l'amore. «Quando mi penserai troverai il mio pensiero ad attenderti». Può essere sintetizzato in questa unica frase «Anni ‘60», il libro che lo scrittore Fabrizio De Prophetis presenterà al Parlamentino del mipaaft il prossimo 12 ottobre. Edito per i tipi di Albatros, il volume è un testo nato dall’emozione. Quella provata dallo scrittore nel ritrovare per caso 1500 lettere che due giovani innamorati, lui 20 anni, lei 16, si sono scritti negli anni ’60. Un rapporto epistolare intenso e ricco di particolari, scaturito dal desiderio dei ragazzi di sentirsi vicini nonostante la lontananza. Lui, infatti, viveva a Roma e lei a Bologna. Nel volume le lettere, sapientemente trasformate in appassionante racconto scandito dal tempo, dagli accadimenti, dal contesto sociale e dal pensiero dell’epoca, prendono vita facendo emergere tutta la passione che lega i due ragazzi ma anche la loro sofferenza poiché per motivi logistici, specchio della cultura di allora, non potevano vedersi spesso. Unico obiettivo quello del matrimonio ma solo al termine degli studi e, per lui, dopo aver trovato un lavoro. Ambito traguardo che avrebbe legittimato il loro voler stare insieme, per nulla affievolito dalla lontananza poiché era nell’amore la ragione della loro giovane vita. Lo spaccato narrato da De Prophetis testimonia come oggi, nell’epoca di facebook e di whatsapp, un libro del genere non potrebbe mai essere scritto. Questo libro sriguarda un periodo nel quale si viveva con meno salute e risorse economiche ma dove la passione per la vita e la speranza per un futuro migliore erano dominanti. Nonostante gli ostacoli che, come afferma l’autore, a nessuno vengono mai risparmiati.
Di seguito qualche informazione sull'autore:
Fabrizio De Prophetis, 80 anni compiuti il 1 maggio, è nato a Marino dove il papà è stato medico condotto fino al 1943. Già dirigente della Cassa Depositi e Prestiti di Roma, scrittore, musicista, pittore, ha al suo attivo altre cinque pubblicazioni: 'Il tram in Italia in Europa e nel mondo', (Officina edizioni), 'Di testa mia' (Ed. Tip. Detti), 'La storia attraverso strade, trasporti – municipio XVII', (Ed. Tip. Detti), 'Parliamone' epigrafi di Castelli Teramo, (Ed. L’Eco di San Gabriele), 'Di qui passò' La storia di Roma attraverso le sue preziose epigrafi (Iacobelli Editore). Ha appena terminato di scrivere il libro 'Il bambino, il tram, la guerra', un volume ancora da pubblicare ricco di toccanti ricordi marinesi legati all’ultimo conflitto mondiale, visti con gli occhi di un bimbo testimone inerme della ferocia devastante che l’uomo stava perpetrando.