C'era una volta un'autostrada grigia.
Ogni giorno sull'autostrada grigia passavano migliaia di macchine grigie.
Guidate da omini grigi.
E nessuno la vedeva.
Nessuno vedeva quella bellissima ginestra gialla, che era cresciuta sull'asfalto grigio, da sola, senza chiedere niente a nessuno, senza che nessuno le desse l'acqua.
Si nutriva della pioggia che il cielo (quando era grigio) decideva di regalarle; e allora era contenta, rideva, ma nessuno la vedeva.
Tutti gli omini grigi che le passavano davanti erano troppo impegnati a pensare alla loro vita, al loro lavoro, ai loro soldi: non c'era tempo per osservare il giallo dirompente di quei piccoli fiori nati tra le crepe dell'asfalto.
Ma un giorno successe un evento straordinario.
Un giorno, passò su sull'autostrada una macchina gialla, guidata da un omino giallo.
Era giallo come i fiori della piccola ginestra, proprio così.
L'omino giallo era stanco di parlare con gli omini grigi, di vedere macchine e autostrade grigie.
Allora, quando passò davanti alla ginestra con i suoi occhi pieni di colori la vide subito: era lì da sola, bellissima e tenera.
L'omino fermò la sua macchina gialla, gli omini grigi dietro di lui suonavano il clacson e urlavano insulti neri, ma a lui non interessava.
Finalmente il suo sguardo si era posato su un colore e non era un colore qualsiasi: era giallo!
Come lui.
Raccolse la piccola ginestra stando attento a non farle del male, a non strappare le radici con troppa violenza.
La posò nella macchina gialla, sul sedile del passeggero, che fino a quel momento era sempre stato vuoto.
Giallo, ma vuoto.
Adesso invece c'era la ginestra con lui.
Arrivò a casa, mise la ginestra in un vaso pieno d'acqua e aspettò.
I fiori crescevano e ogni volta che l'omino giallo tornava a casa dal suo lavoro la ginestra aveva un sussulto di gioia.
Allora iniziò a portarla con sé: ogni volta che andava via portava quei fiori nel suo cuore giallo.
Ed era felice, perché sapeva che il sedile del passeggero della sua macchina gialla non sarebbe mai più rimasto vuoto.