Il Vizio della Speranza, distribuito da Medusa, vincitore del Premio del Pubblico alla Festa del Cinema di Roma, vincitore come miglior regista e miglior attrice, Pina Turco, al Tokyo International Film Festival, vede il ritorno di Edoardo De Angelis dietro alla macchina da presa dopo il successo di “Indivisibili”; un ritorno anche al suo luogo del cuore: Castel Volturno, che rappresenta a pieno il degrado di cui il regista vuole trattare, una terra di confine della quale ci viene mostrato il lato peggiore; le protagoniste, con un'innata e cruda naturalezza si muovono tra rifiuti di ogni genere, vivono in case fatiscenti, dormendo e consumando pasti come fossero degli animali in cerca di rifugi dove assecondare bisogni primari, istintivi. Dove la libertà "in fondo non è altro se non uno spazio vuoto" e dove la schiavitù, "con le sue regole, punizioni e premi appare più sensata"; queste le parole pronunciate dalla negriera e tossicodipendente, Zì Marì (la straordinaria Marina Confalone). Nelle baracche che albergano le donne del racconto, però, campeggiano ovunque immagini sacre, ex voto, che stridono in modo violento con il comportamento deplorevole dei protagonisti, in questa terra dimenticata da Dio, dove prostituzione e mercimonio paiono gli unici motori economici, De Angelis sa bene che in questi luoghi la religione è un affare strano, in cui la durezza dei dogmi e delle regole si dissolve deviando in traiettorie eccentriche ed eretiche delle devozioni e delle superstizioni. Ma nonostante la sporcizia, l'immoralità e lo spregio per la vita, il personaggio principale, la nostra eroina, dal nome simbolico ed evocativo, Maria (Pina Turco), non perde il vizio della speranza, quella che ti porta, all’improvviso, nonostante un passato terribilmente doloroso ed un presente senza via d'uscita, ad avere fiducia in un domani diverso. Per Maria tutto cambierà in un attimo, in modo irreversibile, coltivando quel piccolo seme che la vita ha voluto donarle, riuscirà a riconoscere, in un contesto sociale in cui lo stato ha fallito, dove anche i servizi sociali latitano e la ricerca di un aiuto appare inutile, un vero essere umano, un ex giostraio Pengue (Massimiliano Rossi, alla sua terza collaborazione con De Angelis). In un'allegoria evangelica avranno la forza e la determinazione di creare una rinnovata Natività calata nella desolazione della terra dei fuochi. Con questo film, spietato e carnale, Edoardo De Angelis, si prende il rischio di inseguire una possibilità di redenzione e di salvezza, conducendoci verso una luce che ha la forza e la potenza del mare.
SOLO TRE AGGETTIVI
- Toccante
- Iconografico
- Affrancante
SOLO IL TRAILER UFFICIALE ITALIANO
solo tante immagini