Solo Menti

Guido Di Laurenzi

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Guido Di Laurenzi inizia lo studio della chitarra classica all’età di 14 anni, diplomandosi in questo strumento al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1990. Abbina in questi anni l’attività concertistica all’insegnamento. Suona come solista, in duo ed in trio. Esegue con la chitarra la prima italiana del Concierto Mudejar di Anton Garcia Abril sotto la direzione del maestro Simone Genuini. Registra 45 minuti di musica per RTVE. Nel 2002 inizia a sperimentare Sahaja Yoga e ascolta forse per la prima volta la musica indiana. Dopo poco decide di dedicarsi allo studio di questo sistema musicale anche con l’ausilio di uno strumento di nuova generazione, la mohan veena. Il nome di questo strumento allude probabilmente alla sua insita potenzialità (ovvero all’augurio) di generare un' onda di amore in grado di “travolgerci”. Da qui, il nome della veena (antico strumento indiano) travolgente. Con questo strumento partecipa, tra l’altro, a quattro edizioni del Festival dello Spirito in Italia, all’International Day of Yoga nella sala Sheikh Zayed della Fao a Roma nel 2016, e al recente Tour della grande artista indiana Anandita Basu, durante la tappa in Ecuador, dove viene intervistato da Ecuador TV sulla relazione tra Sahaja Yoga e la musica indiana. È stato invitato nel 2018 in Israele, dove ha suonato nella sede dell’Ambasciata indiana a Tel Aviv nel corso di una presentazione di Sahaja Yoga, in Algeria in diversi istituti privati, in Grecia, dove ha eseguito un repertorio di grandi classici e canzoni da lui composte in stili e lingue diverse. La conoscenza della chitarra classica gli ha permesso di collaborare con la compagnia internazionale di teatro del TEV, nel Fringe Festival a Roma, e in tournée in Slovacchia e a Vienna, oltre a costituire una base tecnica per l’approccio con la mohan veena, strumento che attualmente sta approfondendo con il maestro Gianni Ricchizzi, dopo averlo studiato per 10 anni da autodidatta. Questa correlazione e sinergia tra strumenti e sistemi musicali diversi è un indubbio arricchimento per ogni persona che si dedichi alla musica ed è in sé una tra le manifestazioni possibili dell’integrazione che si ricerca. Attraverso la sua personale esperienza di meditazione questo processo è avvenuto in modo spontaneo e naturale, consentendogli di affrontare agevolmente un percorso inusuale e complesso. Una sua composizione è stata registrata e cantata da Elena Sansonetti ed è presente su Internet, attraverso le parole chiave: guido di laurenzi - madre terra (musica e video). Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione del libro 'Il Poema dei Mondi' di Claudio Monachesi a Roma. Per la foto di copertina si ringrazia lo studio El Zarrio.

SOLO TRE DOMANDE

  • Mi de­scri­vo con solo tre ag­get­ti­vi
    • Saggio
    • Dolce
    • Spontaneo e, se ne posso aggiungere un quarto, umile
  • Il solo even­to che mi ha cam­bia­to la vita
    • Quando ho scoperto una connessione molto stretta tra le nostre energie sottili e la musica. Il concerto è in se stesso un percorso artistico e meditativo al contempo. Sia l’ascoltatore che l’esecutore cercano, attraverso le loro esperienze pregresse, di raggiungere in quella attuale del concerto, la soglia dell’estasi con il desiderio implicito di oltrepassarla, anche se per un secondo. La valenza di tutto ciò consiste in una riarmonizzazione che può essere più o meno durevole, quanto più diventa consapevole questo rapporto, che non è obbligatorio in nessun caso, in quanto basato sulla spontaneità. Ho studiato per molti anni le connessioni tra la musica e la spiritualità (16 anni). Questo studio è stato possibile, nel mio caso, dopo il risveglio di una energia, denominata Kundalini. La musica non è solo per il piacere delle orecchie e del cervello, ma interagisce con l’energia Kundalini. Anche la Kundalini stimola endorfine, serotonina ed ossitocina, ma le integra finalizzandole allo stato di yoga, stato di grande pace e beatitudine interiore.
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