Gennaio 2019, mia figlia Vittoria mi chiede se può comprare i biglietti per un concerto in programma il 13 luglio. Numero a me particolarmente indigesto ma io, che sono incapace di programmare anche le prossime 24 ore, dico di sì. Poi me lo dimentico. Non so dove sarà, a che ora, ma soprattutto non ha specificato con chi ci andrà. Arriva luglio. L'11 ancora non abbiamo trovato qualcuno che vada con lei. Oltretutto non abbiamo più un posto dove stare a Roma, siamo in pieno trasloco e la casa nuova non è pronta. Ci salvano le amicizie. Amicizie che superano ostacoli, anni di distanza e si tramandano per generazioni. Vittoria dorme dalla sua amica Viola, che è la figlia della mia amica Angela. Viola più o meno l'età che avevamo io e la sua mamma quando ci siamo conosciute. Vanno al concerto insieme, noi le accompagniamo. All'ippodromo Capannelle. Lasciate le figlie, in un caos di persone e traffico bloccato, c'è solo una strada libera. Dove porta? E chi lo sa. Non ha importanza perché ci aspettano ore di attesa, troveremo sicuramente un posto dove mangiare e fare due chiacchiere. Due curve e sulla destra appare il sole che tramonta sull'Appia Antica. Istintivamente fermo la macchina per ammirare il rosso che colora ogni cosa. Poi una cena tra amiche vecchie e nuove il cui ingrediente principale non è stato il cibo ma un'infinità di risate. Comincia a piacermi anche il numero 13.
SOLO TRE PAROLE
- Tredici
- Amicizia
- Generazione