Il Paradiso probabilmente (It Must Be Heaven) diretto da Elia Suleiman e interpretato da Elia Suleiman, Tarik Kopti, Kareem Ghneim, Grégoire Colin, Vincent Maraval, Alain Dahan, Nancy Grant, Gael García Bernal, è distribuito in Italia da Academy Two. Il film ha avuto la Menzione speciale all’ultimo Festival di Cannes ed è stato il film di apertura del 25° MedFilm Festival, svoltosi a Roma dall’8 al 21 novembre 2019. La trama ruota attorno al protagonista Elia Suleiman, che lascia la Palestina per andare alla ricerca di una Patria alternativa. Ma il suo paese d’origine continua a perseguitarlo come se fosse un’ombra. La promessa di una nuova vita diventa così una commedia degli equivoci: per quanto lontano viaggi, da Parigi a New York, incontra sempre qualcosa che gli ricorda casa. Dal genio di Elia Suleiman, una saga comica che, esplorando concetti come identità, nazionalità e appartenenza, pone una domanda fondamentale: quale luogo possiamo davvero chiamare casa? A proposito del film il regista ha dichiarato: "Nei miei film precedenti ho cercato di presentare la Palestina come un microcosmo del mondo; il mio nuovo film 'Il Paradiso probabilmente' cerca di mostrare il mondo come se fosse un microcosmo della Palestina. Mostra ordinarie situazioni di vita quotidiana di persone di tutto il mondo che vivono in un clima di tensione geopolitica globale. E la violenza che esplode in un posto è simile alla violenza che esplode in un altro." Lo spettatore si ritrova a riflettere su temi di grande attualità attraverso un racconto visivo quasi privo di dialoghi ma ricco di immagini e scene altamente poetiche, coreografiche e, allo stesso tempo, assurde. Un viaggio quasi surreale dove ogni paese sembra essere diversamente simile all'altro. Come dice il regista: "Il Paradiso probabilmente ci mostra il momento ai margini del quadro, il momento banale, quello che di solito non è messo a fuoco. E così facendo si avvicina a ciò che è intimo, tenero e toccante. Le storie personali che si basano sull'identificazione, che sollevano domande emincoraggiano la speranza." E, a riguardo della narrativa, Suleiman dichiara che "Come nei miei film precedenti i dialoghi sono scarsi; le poche parole che vengono scambiate sono più che altro un monologo che ha lo scopo di infondere ritmo e musicalità. Per il resto, la narrativa del film viene intessuta su un montaggio subliminale; scene composte partendo da movimenti coreografici; situazioni comiche attinte al mondo dell'assurdo; immagini che si aprono alla poesia del silenzio, che è al cuore del linguaggio cinematografico".
SOLO TRE AGGETTIVI
- Poetico
- Surreale
- Coreografico