Sì, la mia ingenuità di fondo mi aveva fatto credere che saremmo, anche se di poco, cambiati; ma è stato un cambiamento come quello espresso da Tancredi nipote di don Fabrizio principe di Salina nel Gattopardo di Tommasi di Lampedusa:
“Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi”.
Questa poesia è stata ispirata dalla delusione che ho provato nel vedere il mondo, - quella parte del mondo in cui vivo opero interagisco -, come l'avevo lasciato prima dell'epidemia. Noi stessi, sempre gli stessi di come ci eravamo lasciati prima dell'epidemia. Ecco la poesia:
Ode al pipistrello
Materassi addossati ai secchioni
scaldabagni abbandonati
in involucri di cartone nuovissimi
porte appartenute ad appartamenti
sicuramente da ristrutturare
colpi di clacson che acclamano
il correre sull'unico segmento
di spostamento assegnatoci perfino
al millimetro e non oltre.
La fretta miete i minuti preziosi
accalcati nel linoleum dell'impazienza.
Dov'è finita l'onniscenza
delle ore dedicate a noi?
Credevamo che un pizzico di presenza
rendesse poi più saporita la nostra
attitudine allo sfrenato fare...
Hai visto? Solo il pelo è stato perso
nelle nostre amate stanze
tanto piene delle nostre buone intenzioni...
Eppure il virus non è finito
nelle nostre usate sinapsi.
E gli indaffarati hanno ripreso ancor più
a elaborare la loro rete egoica d'interessi.
Ed anch'io proprio oggi ho ripreso
lentamente a volare sul biplano nel cielo
combusto della Città
tra tinte di sereno indicibili
nell'impalpabile spazio.
E mentre planavo con ali lievi
ho intravisto tra i colori del crepuscolo
svolazzare infarfallito
un pipistrello appena sveglio
che dedicava alla notte
la caccia grossa agli insetti.
Composizione originale di Claudio Monachesi
La foto originale, fatta al Biplano regalato al Poeta da Felipe, è di Sara Monachesi.