Ed abbiamo avuto tanto tempo ma non lo abbiamo troppo apprezzato: purtroppo è passato, tutto, questo tempo, ed adesso non c'è rimasta che l'alternativa della fretta, per recuperarlo, il tempo; non c'è rimasto che l'onniossequioso alibi dell'“ho da fare”. Eppure Pasciuto, il mio compagno di banco delle medie spesso me lo diceva, che il tempo era prezioso, molto prezioso, ed io immaginavo sempre un grande tesoro davanti a me, come una grande montagna che brillava di tanti colori; un grande tesoro inconsumabile. Non siamo riusciti ad apprezzare la lentezza creativa, la gioia dello sguardo dato all'altro, la parola dell'interlocutore ascoltata con profonda riflessione; spesso ci siamo detti: “ma che ha detto?” E poi abbiamo colpito con le nostre operose mani il clacson per farsì che il rosso diventasse subito verde e noi fossimo subito passati per andare: dove?
Ed ecco la poesia:
Tranquillità
che assale l'uomo umile
dirò di lui
s'intride di splendore
chi dona la quiete
(Su metro poetico denominato TANKA
Utilizzato dai poeti giapponesi dal IX sec d.C.)
Composizione originale
di Claudio Monachesi
dall'Agenda dell'Haiku Quotidiano