In occasione della mostra "Via Veneto Contemporanea" di Erwin Wurm, la Casa del Cinema di Roma dedica, dal 23 settembre, uno speciale programma di proiezioni e incontri, a ingresso gratuito, al mito della “Dolce Vita” (accesso libero fino a esaurimento posti). Cuore dell'iniziativa “Via Veneto Ieri e oggi”, la proiezione del capolavoro di Federico Fellini, “La dolce vita” (Italia, 1960, 178’), appunto, preceduta dalla presentazione con Sandra Milo e Pino Strabioli, alle 19.30, al teatro all'aperto Ettore Scola. Nello stesso pomeriggio, anche, alle 16, la proiezione di “Via Veneto”, di Giuseppe Lipartiti (Italia, 1963, 90’), che vede nel cast moltissimi protagonisti del cinema di quegli anni, come Cesare Miceli Picardi, anche nel cast del cult di Federico Fellini e nel successivo “Fellini 8 ½”. Alle 18, inoltre, “Via Veneto Set. La strada, il cinema, la vita” di Italo Moscati (Italia, 2006, 95’), affresco di Roma del cinema tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Un vero e proprio percorso introduttivo alla “Dolce Vita” di ieri per riguardare alle suggestioni della strada e offrire nuovi spunti di lettura sulla zona, dove due giorni dopo sarà inaugurata la mostra di Erwin Wurm.
Il programma di via veneto ieri e oggi
23 settembre 2021
SALA DELUXE | 16:00
Via Veneto di Giuseppe Lipartiti (Italia, 1963, 90’)
Con Gérard Bain, Cristina Gaioni, Michèle Mercier, Claudio Gora, Leopoldo Trieste, Frank Wolff, Maurizio Arena, Margaret lee, Mario Brega, Donatella Turri, Umberto D’Orsi.
Renato (Gérard Blain) è l’ingenuo provinciale assoldato come segretario dal cinico Marzio Basile, nostalgico nazifascista che vive di espedienti nella Roma del boom economico. Costui infatti, pur non avendo mai una lira, riesce a condurre una vita dispendiosa, raggirando ignari provinciali. Con questa prestigiosa ed appariscente facciata Marzio convince uno sprovveduto quanto ricco provinciale a finanziare un film con i proventi ricavati dalla svendita di una partita di pomodori. Il provinciale arriva a Roma e Marzio, con il segretario Renato e due aspiranti attrici, lo inizia ai misteri della "dolce vita" romana. Ma basta un elemento imprevisto - un assegno a vuoto che proprio Renato gli consegna senza capire in che guaio si sta cacciando - a far crollare il fantasioso castello di menzogne e di tranelli costruito da Marzio. Con la rovina del fantomatico progetto, le due aspiranti attrici e Renato si accorgono della vacuità di un mondo falso e corrotto.
SALA DELUXE | 18:00
Via Veneto Set. La strada, il cinema, la vita di Italo Moscati (Italia, 2006, 95’)
Sotto i riflettori, Roma e il mondo del cinema tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Così, la felliniana "Dolce vita" ma anche il polo d’attrazione di divi come Richard Burton, Elizabeth Taylor, Kirk Douglas, Gregory Peck, Gloria Swanson, Jane Mansfield, Charlton Heston, i muscle boys, miss Italia e così via. Ancora, l'ex re Faruk e i principi arabi, i grandi industriali e affaristi, i latin lover, i playboy, le spogliarelliste.
Via Veneto è lo sfondo di numerosi film, al di là di quello di Fellini. Ad esempio, Sciuscià che si apre con una scena girata a Via Veneto tra i lustrascarpe del dopoguerra. Proprio da queste immagini parte il docufilm che arriva al 1963, quando si concluse la lavorazione di Cleopatra. Non mancano immagini e storie dei personaggi dell'arte, del giornalismo, dell'aristocrazia, della moda. Il racconto si sviluppa attraverso documenti degli archivi di Istituto Luce e RaiTeche, con materiali che risalgono addirittura agli anni Venti. Ai filmati si affiancano materiali fotografici, frutto del lavoro dei "paparazzi". Uno degli scopi del film è quello di viaggiare verso il mito, la leggenda di Via Veneto, creati dal film di Fellini che segnano in pratica la fine degli anni della cosiddetta Hollywood sul Tevere. Una produzione RaiSatCinema, Istituto Luce, Rai Teche.
TEATRO ALL’APERTO ETTORE SCOLA | 19:30
Presentazione con Sandra Milo e Pino Strabioli
La dolce vita di Federico Fellini (Italia, 1960, 178’)
Con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux, Magali Noël, Alain Cuny, Annibale Ninchi, Walter Santesso, Valeria Ciangottini, Mino Doro, Audrey McDonald, Jacques Sernas, Polidor, Lex
Considerato uno dei capolavori di Fellini e tra i più celebri film della storia del cinema, fu vincitore della Palma d'oro al 13º Festival di Cannes e dell'Oscar ai migliori costumi. Al centro di una storia erratica, fatta di quadri e situazioni che si concatenano secondo un simbolismo solo apparentemente trasparente, c’è Marcello Rubini, un giornalista specializzato in cronaca mondana che coltiva l'ambizione di diventare un romanziere. Il film, ambientato a Roma, lo segue attraverso una serie di episodi - di cui egli, grazie anche al suo lavoro, è protagonista o testimone privilegiato - che offrono una rappresentazione di vari aspetti della vita apparentemente gratificante del jet-set della città, con i suoi riti, le sue nevrosi e i suoi drammi. Le riprese del film che fa da spartiacque a due generazioni del cinema italiano cominciarono – secondo il diario di Tullio Kezich – il 16 marzo 1959 alle ore 11:35 dirette dall'aiuto regista Gianfranco Mingozzi e si conclusero nell'agosto 1959. In sei mesi furono girati circa 92.000 metri di pellicola, che nell'edizione definitiva vengono ridotti a 5.000. Ne furono montate 4 ore poi ridotte a 3 con dei tagli voluti quasi interamente dall’autore. Gran parte delle scene furono girate in studios cinematografici; furono allestiti circa 80 set diversi. In alcuni casi si dovette procedere alla creazione di una ricostruzione fedele, come le scene di Via Veneto, realizzate al Teatro 5 di Cinecittà per ovviare all’inclinazione della strada originale.
Nonostante le fosche previsioni del primo produttore (Dino De Laurentiis che poi cedette il passo ad Angelo Rizzoli e Giuseppe Amato) e del distributore, dopo quindici giorni di proiezione il film aveva già coperto le spese del produttore (circa 540 milioni di lire). Dopo tre o quattro settimane era in vista del miliardo di lire e dopo due mesi di programmazione gli incassi superarono il miliardo e mezzo. Secondo il sito IMDB l'incasso negli Stati Uniti fu pari a 19.571.000 dollari di allora, più altri 8.000.000 di dollari derivanti dal noleggio. Alla fine della stagione cinematografica 1959-60 risultò il maggior incasso dell'annata in Italia con 2.271.000.000 di lire dell'epoca.
Al di là dei meriti artistici, La dolce vita fu un autentico fenomeno di costume, a partire dal pullover indossato da Marcello Mastroianni da allora ribattezzato “dolcevita”. Dalla parodia di Totò e Peppino girata l'anno dopo negli stessi studi di Cinecittà alle scoperte citazioni di Woody Allen (Manhattan e Celebrity), fino a La grande bellezza di Paolo Sorrentino, sono moltissimi i rimandi e le influenze riscontrabili nel cinema dopo l'apparizione di questo capolavoro. Si ringrazia per la disponibilità Mediaset che ha restaurato il film nell'ambito del progetto “Cinema Forever”.
Ingresso libero fino a esaurimento posti