Mi chiamo Nicola Manicardi e sono nato a Modena dove vivo.
A breve compirò cinquant'anni ma potrebbero essere cinque come cinquecento.
Lavoro in ambito sanitario da oltre vent'anni.
Precisamente in sala operatoria dove svolgo il ruolo infermieristico di sala operatoria e tutoraggio sia per i corsi di laurea che per i nuovi assunti.
Se dovessi descrivermi in breve direi che sono un iperattivo, sicuramente lo sono stato, ma ho trovato inconsciamente un "fermo" nella lettura (non tutta) e nella scrittura.
Se di base sono un sognatore, l'occhio mi serve e mi è servito per definire non tanto i contorni quanto il centro, il magma, che stavo vivendo.
Può un pettirosso non spiccare su rami nudi?
Partirei da qui, anzi lo faccio.
Se leggere è entrare in un mondo con la scrittura sono uscito dal mio sguardo verso il mondo.
Cammino.
Ovunque e non mi importa troppo dove andrò ma mi importa cosa e chi incontrerò.
Questo è l'incipit di Nicola scrittore-uomo che ama e odia che piange e ride e davanti a un vecchio che saluta con gli occhi ci scrive sopra ma prima ricambia il saluto, e, se un bimbo mi guarda spaventato divento una mano, un dinosauro meccanico, un colore vivo, tipo l'azzurro dove si potrà tuffare in piena libertà.
Ora sono qui che mi dico ... Nicola nei tuoi quasi cinquanta o cinque o cinquecento cosa hai capito della vita?
Credo niente, ma cammino assieme al mio occhio interiore, quello dell’attimo fuggente, della creazione, dello stupore bello o brutto che sia, purché profumi di vita.