Sono nato a Domodossola, quella della “D”, un sacco di anni fa. Mi sento molto più giovane di quello che dice l’anagrafe; appartengo alla corrente di pensiero per cui l’età è uno stato d’animo. Spesso devo redarguire il mio corpo che, infischiandosi dello stato d’animo, fa di testa sua, ma alla fine la mia gioventù intrinseca trionfa sempre. Ho fatto gli studi liceali in un’eccellente scuola della mia città natale: ho imparato lì la maggior parte delle cose che so. Successivamente sono andato all’università a Milano, dove mi hanno insegnato le cose che non so; nonostante tutto sono riuscito a prendere la laurea in matematica: lo dico con vergogna. Non è mia vergogna verso quella nobile disciplina, al contrario, è un sentimento che spetta alla matematica verso di me, assolutamente indegno di fare parte dei suoi soldati. Il lavoro mi ha visto occuparmi di informatica, molto dal punto di vista organizzativo e poco sul versante tecnico. Mi sono divertito nella mia professione, tra luci e ombre, ma qualcosa di buono devo avere fatto, considerato che ho costruito una discreta carriera e racimolato quanto basta a mantenere la famiglia. Caratterialmente sono un entusiasta, sono curioso e amo la vita e la gente. Mi piace viaggiare e l’ho fatto, sia per lavoro che per diletto, ogni volta che ho potuto. Mi trovo a mio agio in Italia come all’estero e non mi ha mai spaventato il dovere affrontare imprevisti e novità in una terra straniera. Leggo molto e mi piace scrivere: ho pubblicato cinque libri e partecipato ad altre pubblicazioni con autori vari. Ho un mare di interessi, forse troppi. Affianco passioni culturali, artistiche e sportive con slancio e allegra confusione. Ho cantato in un coro di ottimo livello che ha conseguito riconoscimenti in Italia e all’estero. Ho seguito corsi di recitazione, partecipando alla messa in scena di testi impegnativi, poi mi sono cimentato in rappresentazioni di cui ho ideato la struttura, ne ho curato la regia e riservato per me un ruolo recitativo di notevole impegno, riscuotendo un lusinghiero successo. Pratico molto jogging e sono appassionato di alpinismo in diverse forme: lunghi trekking, arrampicate su roccia e su ghiacciai nei quattromila delle Alpi. Non sono un ciclista fanatico, ma la mia vacanza ideale è in bicicletta. Con questo mezzo ho visitato molta Europa, ma anche India, Cina, Thailandia e Malesia: i miei due primi libri sono stati i resoconti semiseri di queste avventure in Oriente, pedalando su due ruote. Uso la moto. Per molti anni ho percorso più chilometri su due che su quattro ruote. Adoro fotografare; forse non è l’arte in cui mi senta più versato, però i risultati che ottengo mi appagano. Difficilmente mi separo dalla mia fotocamera Canon; combinando lo scatto di immagini con le passioni per i viaggi e per l’alpinismo, ho raccolto negli anni ricordi mnemonici e visivi di cui sono orgoglioso e geloso: ho dentro di me una miniera di “Racconti a colori”, come recita, non a caso, il titolo di uno dei miei libri. Troppi interessi, l’ho detto e lo confermo. Tra tutti spicca un sogno vero: essere riconosciuto come scrittore, anzi narratore, che non è la stessa cosa. Anelo al successo, non perché voglia accrescere la popolarità, ma solo perché desidero che tante persone leggano ciò che racconto: molti lettori e altrettante menti e cuori che ospitino dento di sé i miei personaggi: così che loro vivano e rivivano. La saga della famiglia Succhiero descritta nel romanzo “Come un servo infedele” (Edizioni Intrecci) è la scommessa con la quale vorrei ottenere ciò a cui ambisco: una vita reiterata dei protagonisti della saga, attraverso la passione di quanti più lettori io possa raggiungere. Questo è il mio scopo e il mio sogno.
SOLO TRE DOMANDE
- Mi descrivo con solo tre aggettivi
- Ironico.
- Razionale.
- Empatico.
- Il solo evento che mi ha cambiato la vita
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Sabato 16 settembre 1950. Ore 6:00. Nacqui.
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