Roberta Yasmine Catalano è nata a Roma il 20 marzo 1975. All’età di quattro anni si è trasferita in Marocco, al seguito della madre diplomatica, dove ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza. Il suo sangue contiene diversi sud: Libano, Sicilia e Calabria .Si è laureata in Letterature Comparate all’Università La Sapienza di Roma, con una tesi su “L’erranza di due poeti italiani nella Tunisia del primo Novecento”. Ha collaborato con diverse case editrici, tradotto testi, pubblicato recensioni (http://www.noidonne.org/rete-news.php?AUTORE=773), saggi e racconti su numerose riviste letterarie. Ha vinto quattro premi letterari di cui tre giovanili.
Ha pubblicato Schegge di memoria. Gli italiani in Marocco, edizioni Senso Unico, Mohammedia-Marocco 2009; La felicità è un pezzo di pane e cioccolata. Conversazioni con Tullia Carettoni Romagnoli, Narcissus edizioni, Roma 2014, (Premio Il Paese delle Donne 2015; Le luci di Casablanca, Storia di una donna che seppe stupire due mondi, (curatela e traduzione), Valeria Degl’Innocenti, Infinito Edizioni, Modena 2016; La vertigine del possibile, Oligo editore, Mantova 2022. Quest’ultimo è un romanzo basato sulle sue antenate calabresi, una saga familiare femminile che si articola tra la fine del 1800 e quella del 1900, tra donne un po’ matte e molto toste, e parecchia magia.
Scrive prevalentemente racconti, a volte incappa nei romanzi, la sua penna si entusiasma nel genere onirico e in ogni declinazione dell’introspezione psicologica. Ama i libri sulle e delle donne, ma non solo, e sceglie in particolare testi che diano prova di una cura e un amore fuori dal comune per la parola. Tra i suoi autori contemporanei preferiti vi sono Alice Munro, Elvira Seminara e Andrea Bajani. Si è nutrita sin dalla culla di Mina e Roberto Vecchioni, dei cantautori francesi degli anni Settanta e Ottanta, ama intensamente la cantante Tosca, ma è anche assai interessata alle espressioni musicali dei giovani, tra cui Mahmood, tuttavia tra questi ha un’assoluta e incontenibile passione per Michele Bravi, nel quale riconosce un livello culturale e spirituale fuori dall’ordinario. È ammaliata dalle personalità ricche, raffinate e ironiche, come quella di Drusilla Foer. Ha svolto diversi lavori, oltre a quelli editoriali, perché ha un bisogno imprescindibile di cambiare. Ha una passione smodata per le piante, tra cui troneggiano la datura e i pini. Scrive da sempre, soffre di acquisti compulsivi di libri, corre in un piccolo parco che adora e che ha eletto suo giardino, ha sviluppato una dipendenza dal caffè, dai podcast letterari e dagli audiolibri. Ha acquistato in un mercatino dell’usato un vecchio telefono grigio di quelli col disco rotante, che ha battezzato Osvaldo. Talvolta, dopo averlo salutato, avvicina l’orecchio e fa ruotare i numeri, soprattutto lo zero, godendo di quel lunghissimo trillo muto che porta molto, molto lontano.
SOLO TRE DOMANDE
- Mi descrivo con solo tre aggettivi
- Cocciuta.
- Appassionata.
- Curiosa.
- Il solo evento che mi ha cambiato la vita
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La visione del film “The Hours” di Stephen Daldry, basato sul romanzo di Michael Cunningham..
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