Nella Settimana Laudato Si’ 2023 -la settimana dedicata alla lettera enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco- le suore dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG) presentano un policy brief con nove raccomandazioni per affrontare le sfide del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, con particolare attenzione alle persone vulnerabili. La UISG è l’organizzazione ombrello per le Superiore delle congregazioni femminili cattoliche, che conta 1.900 membri in rappresentanza di oltre 600.000 suore nel mondo.
Le raccomandazioni sono emerse dal Sister-Led Dialogue on the Environment, il primo di una serie di dialoghi organizzati dall’iniziativa UISG Sisters Advocating Globally, sostenuta dal Global Solidarity Fund. L’incontro si è tenuto il 17 aprile 2023 a Roma, con la partecipazione di rappresentanti di istituzioni vaticane, ambasciate presso la Santa Sede, organismi delle Nazioni Unite, organizzazioni internazionali, società civile e mondo accademico.
Le nove raccomandazioni della UISG sono: 1. Azione economica: sostenere un nuovo impulso a un’azione collettiva orientata ai valori, al fine di costruire l’infrastruttura finanziaria necessaria per un’economia improntata allo sviluppo sostenibile. 2. Azione educativa: supportare le istituzioni e le iniziative che trasmettono conoscenza, sensibilizzano l’opinione pubblica e coinvolgono gli attori locali in modo sostenibile. 3. Azione legislativa e legale: incoraggiare i governi e le organizzazioni internazionali a mettere in agenda le questioni relative alla sostenibilità ambientale, realizzando misure concrete per garantire l’inclusione. 4. Azione ambientale e sociale: sottolineare l’interconnessione dell’azione ambientale e sociale come l’unica via per raggiungere la giustizia sociale. 5. Impegno religioso: sfruttare il radicamento e la portata dell’impegno religioso per garantire il successo delle iniziative ambientali. 6. Partenariati, istituzionalizzazione e accreditamento: istituzionalizzare il rafforzamento degli strumenti legati alle donne e alla fede e ampliare i partenariati laico-religiosi con organismi nazionali e internazionali accreditati; 7. Dialogo integrativo: promuovere il dialogo come meccanismo integrativo in grado di amplificare le voci ai margini e garantire un ruolo guida nel processo decisionale globale per le comunità locali che affrontano sfide ambientali. 8. Media e arte: incanalare i ruoli dei media e dell’arte nell’educazione pubblica, modificando la narrativa sul degrado ambientale e focalizzando l’attenzione globale sulle questioni locali. 9. Ricerca scientifica: utilizzare il potenziale della ricerca e dell’istruzione per aiutare sia i leader che le comunità locali a prendere decisioni informate e pianificare azioni concrete.
“Per affrontare alla radice le cause dei problemi generati dall’attività umana e dai nostri sistemi di profitto dobbiamo immaginare una transizione che investa tutte le aree della nostra vita – afferma Suor Maamalifar M. Poreku, Coordinatrice della campagna ambientale UISG Seminare Speranza per il Pianeta –. Come suore cattoliche, abbordiamo in questo modo l’implementazione degli esiti di COP27 e COP15: come una sfida olistica per rafforzare la nostra cura per il Creato. Dobbiamo incoraggiare i leader globali a pensare fuori dagli schemi quando si tratta di impegni finanziari e di cambiamenti allo stile di vita, per cercare soluzioni radicali a sfide radicali”.
Secondo quanto affermato pochi giorni fa dall’Organizzazione meteorologica mondiale, è probabile che le temperature globali nei prossimi cinque anni oltrepasserano, almeno temporaneamente, la soglia di surriscaldamento di 1,5°C stabilita dagli Accordi di Parigi. “Un’alleanza tra i popoli, i governi e le organizzazioni internazionali è essenziale per proteggere la nostra casa comune e portare le voci degli esclusi al centro del dialogo, abbandonando lo spreco e l’avidità in vista di un’economia rigenerativa, in equilibrio con la natura e i bisogni umani – aggiunge Suor Patricia Murray, Segretaria Esecutiva della UISG –. Il ruolo delle religiose si è tradizionalmente limitato all’istruzione, all’assistenza sanitaria e allo sviluppo delle comunità. Eppure ci sono molte aree di advocacy per un cambiamento di sistema in cui le suore possono svolgere un ruolo di primo piano, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente. Il potenziale dell’impegno religioso deve essere pienamente sfruttato. Il tempo sta per scadere e l’umanità non può permettersi di perdere altro tempo”.