Prima vita: Manager di estrazione bancaria, con marcata esperienza nel Change Management e nell’Innovazione Strategica in ambito tecnologico ed organizzativo. È stata Responsabile della Divisione Banca 121, dello Sviluppo Canali Innovativi Sanpaolo IMI Wealth Management e della Piattaforma Servizi delle Fabbriche di prodotto (WM). Ha creato la prima banca on line in Italia. Dopo 20 anni di carriera nel mondo della finanza, nel 2006 decide di dedicarsi a un impegno ben diverso: rendere le differenze tra le persone un valore aggiunto e trasmettere un sentimento di fiducia e di entusiasmo in coloro che vivono una situazione di disagio o di svantaggio sociale. Crea Officina Creativa allo scopo di diffondere modelli culturali che producano nuove forze per il cambiamento. Il primo progetto cui da vita è Made in Carcere.
Seconda vita: Dopo 20 anni di carriera nel mondo della finanza, nel 2006 decide di dedicarsi a un impegno ben diverso: rendere le differenze tra le persone un valore aggiunto e trasmettere un sentimento di fiducia e di entusiasmo in coloro che vivono una situazione di disagio o di svantaggio sociale. Crea Officina Creativa allo scopo di diffondere modelli culturali che producano nuove forze per il cambiamento. Il primo progetto cui da vita è Made in Carcere.
una sua intervista per EXPO:
Nutrire il pianeta ed energia per la vita, il tema di Expo è strettamente legato al mondo femminile. Secondo te in cosa le donne possono fare la differenza?
Sicuramente è un passaggio fondamentale per cambiare quello stile di vita che, soprattutto negli ultimi dieci anni, ha accelerato consumi non adeguati per il nostro corpo. La nascita di tante intolleranze e allergie è sintomo di malessere e quindi è fondamentale rifornire la “cassetta degli attrezzi degli alimenti” e rimboccarsi le maniche. In questo le donne lavorano sempre di più.
Il progetto che riguarda le donne ed Expo si chiama WE – Women for Expo. Ma “WE” non è solo un acronimo, significa “noi” e incarna il voler agire collettivamente. Secondo te che importanza ha l’alleanza femminile per il futuro del pianeta?
Io dico sempre che dietro una grande donna ci sono tante grandi donne, perché è fondamentale sentirsi unite e sapere che c’è sempre qualcuno su cui contare. Spesso gli uomini non sono presenti e lucidi nel generare un cambiamento possibile, ecco perché la rete delle donne è così importante, al di là degli screzi che si possono creare: è necessario rimanere unite perché altrimenti non sarà possibile realizzare degli obiettivi ambiziosi.
Ci sono dei temi chiave che interessano le donne tra cui il maggior accesso alle risorse economiche, il diritto all’istruzione e la parità e potere politico. Qual è per te il punto più importante dal quale si dovrebbe partire?
Sono tutti e tre fondamentali e in una ricetta il mix è l’ideale perché c’è un po’ di tutto. Senza il potere economico non si riesce ad influire e ad avere delle leve decisionali con cui generare il cambiamento; se tutte quante, con dei piccoli passi, riuscissimo a incoraggiarci l’una con l’altra questo cambiamento sarà possibile. Ognuno deve poi correre e inseguire i propri obiettivi con i mezzi che possiede: in questa fase di depressione economica bisognerà fare di più con meno e meglio con poco. I punti di debolezza devono diventare punti di forza. Anche la lotta allo spreco rientra nei temi fondamentali di WE – Women for Expo.
Tu hai una ricetta o dei gesti quotidiani che possano rendere più attento il consumo del cibo?
Il cibo dei poveri acquisisce dei sapori diversi rispetto a quello più sofisticato e raffinato. Definirei questo periodo della nostra vita molto difficile, come un oceano in tempesta. È evidente che la ricetta non è semplice ma occorre fare sperimenti, sbagliare, cadere e rialzarsi per trovare la soluzione; la cosa più bella è risalire. Noi ripuliamo i magazzini del mondo raccogliendo tessuti e si può fare la stessa cosa con il cibo, tornando a quello essenziale con i suoi profumi e sapori intensi, perché il cibo raffinato costa e non fa bene.
Il cibo racconta molto di noi, delle nostre origini e tradizioni. Qual è il tuo cibo o ingrediente preferito?
Non ne ho uno solo. Ci sono ingredienti fantastici, come l’aglio e la cipolla che danno sapore e sprigionano profumi invitanti, ma c’è anche la delicatezza della carota che, cucinata in mille modi, è un prodotto che fa bene. Amo soprattutto la verdura e la frutta, sia per il colore che per il sapore. Mi vengono molto bene le polpette o la frittata con il pane raffermo inumidito nell’acqua e aggiungendo un po’ di menta, pepe e parmigiano: in due minuti si realizza un piatto delizioso.
I am a woman first
Abbiamo incontrato Luciana Delle Donne l'11 febbraio 2024 in occasione di "I AM A WOMAN FIRST", un grande evento pensato da Carolyn Smith per incontrare di persona le sue ladies, insegnanti ed allieve, provenienti da tutta Italia e iscritte al progetto Sensual Dance Fit, programma per sole donne concepito per aiutarle a ritrovare la propria sensualità e femminilità attraverso semplici passi di ballo e movimenti di fitness. Moderato da Monica Leofreddi, l'incontro l'ha vista alternarsi sul palco insieme a Maria Rita Parsi, Roberta Bruzzone, Arianna Mihajlovic e Luisella Costamagna. Oltre a rispondere alle nostre tre domande ci ha detto che "Questi sono incontri fondamentali perché dimostrano che insieme possiamo fare qualcosa, insieme possiamo creare cambiamento. Un cambiamento sistemico che dia la possibilità a tante donne di uscire dal proprio guscio e di comprendere che per raggiungere degli obiettivi ci vuole fatica, questo senza ombra di dubbio, ci vuole molta fatica soprattutto per remare controcorrente, per invertire la rotta, per trasformare la debolezza in forza. Però è una fatica che piace perché ti rende libera, ti rende soddisfatta di quello che hai fatto. Fare impresa come fanno tutti è facile, e alla maggior parte delle persone piace vincere facile, ma a noi non piace vincere facile e quindi andiamo controcorrente e vengono fuori cose bellissime. Quando si parla di innovazione sociale o innovazione ecologica si parla sempre di cose di buon senso, l'innovazione deve produrre buon senso e non profitti o danni all'ambiente o danni agli altri. Non bisogna parlare di individualismo ma dire 'noi', lavorare con concetti individuali non fa bene a nessuno, è importante trasformare la visione delle cose e ricostruire una vita dignitosa, creativa, rigenerativa. Il nostro modello è diventato un metodo: il metodo 'Made in carcere'. Il metodo che ricostruisce la vita delle persone e ridà vita anche a tessuti e oggetti dimenticati che la moda ha scartato. Utilizzando e riutilizzando i materiali fino alla loro distruzione si elimina il superfluo, si risparmia produzione di CO2, si evita di inquinare e di riempire depositi di cose che non servono. Questo è il nostro messaggio."
SOLO TRE DOMANDE
- Mi descrivo con solo tre aggettivi
- Tenace.
- Folle.
- Incosciente.
- Il solo evento che mi ha cambiato la vita
- Ogni giorno il sorriso delle persone, lo sguardo di queste donne quando capiscono che hanno trovato la strada giusta della loro vita.
- Solo un link socialmente utile
SOLO QUALCHE IMMAGINE