Solo Menti

Settimio Marcelli

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Dicono che se stai per morire ti scorre tutta la vita davanti agli occhi in un istante.”

Così inizia il mio ultimo romanzo, ZeroSei, appena uscito per Armando Editore. Io non sono ZeroSei, voi non siete la morte E dato che non sono neanche un rapper, un calciatore o un influencer, posso risparmiarvi del tutto il racconto della mia vita privata.

Mi chiamo Settimio Marcelli e sono un vero boomer, nato a Roma nel 1956. E questo basta. Anche il protagonista del mio romanzo è di Roma, ma lo facciamo pazientare un po’, perché qualcosa della mia vita pubblica ve la racconto.

Fino a qualche mese fa ho insegnato storia e filosofia in un liceo. Con quali risultati non sta a me dirlo. Una studentessa, quando ha saputo che stavo per andare in pensione, se n’è uscita con un: “No! Non se ne può andare, lei è la Lady Gaga della scuola!”Arrossendo ha subito aggiunto: “Volevo dire che lei è il massimo!” L’ho preso come un complimento.

L’insegnamento non è stata la mia sola passione. La ricerca nel campo della comunicazione non gli è da meno. Ho collaborato per più di dodici anni con l’ufficio studi della Rai. Ho seguito i primi passi del Televideo, descritti in un volume intitolato Scripta volant, edito dalla Eri Edizioni Rai. Sempre dalla Eri è uscito un altro volume, Il Gran Simpatico, Telematica Nuovi Media Multimedialità, in cui il discorso si è allargato alla rivoluzione di internet.

Una borsa di studio del CNR mi ha fatto approdare alla facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università La Sapienza, dove ho curato una ricerca sul linguaggio della comunicazione politica televisiva. Nel frattempo, c’è stato il mio incontro con la Fondazione Censis, da cui è nato il Rapporto annuale sulla comunicazione, giunto nel 2024 alla sua diciannovesima edizione, e di cui è in cantiere la ventesima.

Un’altra mia passione è la letteratura. Dieci anni fa ho pubblicato il mio primo romanzo. Le Rose di Babel. La storia di una bambina che nella notte di San Giovanni attraversa Roma vendendo rose e ascoltando i racconti delle persone che incontra in questo viaggio verso l’alba di un nuovo giorno, di un nuovo millennio e, per lei, di una svolta nella vita.

L’anno successivo, sempre per la casa editrice Morlacchi, ho pubblicato Aziz. Marinaio metropolitano. Aziz è nato a Roma da una famiglia del Kashmir. Anche gli abitanti della palazzina in cui vive provengono da tante parti del mondo. Migranti? Sconfinanti. Non girano il mondo per rifarsi una vita, per fuggire dalla miseria o dalla guerra. Non mettono radici. Non accettano confini. Sono sconfinanti.

Nel 2020, in piena emergenza Covid, è uscito, Le Sette Lune di Eloisa. Eloisa è un sistema di intelligenza artificiale talmente avanzato che prova emozioni e sentimenti, che si intromette nella vita delle persone che frequenta, combinando anche qualche guaio nel suo percorso di formazione di una personalità umana. Forse troppo umana.

Così arriviamo a ZeroSei. Perché si chiama così? Perché il padre gli diceva sempre “Sei uno zero”. Allora lui si fa chiamare ZeroSei, come il prefisso telefonico di Roma. Quando lo incontriamo un proiettile viaggia verso di lui, ma non è vero che la vita ti passa davanti agli occhi in un istante se stai per morire. Non è così. È la morte che se la fa raccontare. ZeroSei l’accontenta. Stando attento a non annoiarla, altrimenti le cose possono mettersi male. Così racconta la sua vita, da bambino cresciuto in un quartiere popolare ad attivista politico negli anni Settanta, poi, con la fine delle illusioni, spaccia droga, sfrutta la prostituzione, organizza truffe e imbrogli. Lei lo smentisce, lo corregge, lo sfida. Cerca di sedurlo. Perché la morte non è lo scheletro con la falce in mano. Assume l’aspetto dei nostri desideri, specie quelli più inconfessabili. Perché, diciamolo, la morte è una gran puttana. Va con tutti. Ma di qualcuno può anche innamorarsi. Chissà, forse sarà proprio ZeroSei a farla innamorare.

SOLO TRE DOMANDE

  • Mi de­scri­vo con solo tre ag­get­ti­vi
    • Ironico.
    • Riflessivo.
    • Testardo.
  • Il solo even­to che mi ha cam­bia­to la vita
    • Quando ho incontrato quella che in un attimo è diventata la donna della mia vita. La prima (ma anche la seconda lo è diventata in un attimo).

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