Save the date! Sinestetica, in viale Tirreno 70 a Roma, vi aspetta sabato 9 novembre alle 19.00 per la presentazione del libro “Variazioni del Movimento Moderno. Higienopolis 1933/1963” di Anna Riciputo, Anteferma 2024. Ne parlano Alessandra Criconia e Aldo Aymonino, modera Vincenzo Moschetti.
In occasione della presentazione del libro verrà inaugurata la mostra omonima, costituita da collage di Anna Riciputo, disegni di Anna Riciputo e Ilaria Pizzonia, fotografie di Alessandro Lanzetta, Emiliano Hagge e Leonardo Finotti.
Il quartiere paulista Higienópolis e il trentennio 1933-1963 sono lo spazio e il tempo nei quali un nucleo di architetti brasiliani ha praticato la variazione dal paradigma modernista come liberazione di quell’atto progettuale che ha permesso loro di svincolarsi dal determinismo del modello, senza scivolare nell’invenzione formale dell’autorialità.
Anna Riciputo
Architetto, PhD e RTDA in Progettazione Architettonica e Urbana presso il Dipartimento di Architettura e Design dell’Università La Sapienza di Roma.
Il libro
La ricerca presentata in questo volume ritaglia uno spazio-tempo preciso durante il quale un nucleo di architetti brasiliani ha praticato la variazione dal paradigma architettonico dettato dal Movimento Moderno. Variazione come liberazione di quell’atto progettuale che ha permesso loro di svincolarsi dal determinismo del modello senza scivolare nell’invenzione formale dell’autorialità. Lo spazio è dato dal quartiere paulista di Higienópolis e il tempo è il trentennio che va dal 1933 al 1963 – date che coincidono con la progettazione del primo edificio di Rino Levi e l’ultimo edificio di João Artacho Jurado, simbolicamente individuati come inizio e fine di un’era conclusasi, idealmente, con il colpo di Stato del 1964, risolto con la deposizione del presidente João Goulart e la fine della Quarta repubblica brasiliana (1946-1964), inaugurando la dittatura militare o Quinta repubblica brasiliana (1964-1985). Un’era storica ma anche architettonica, vissuta prima che la nuova monumentalità di Oscar Niemeyer trovasse la consacrazione a Brasilia e che la Scuola Paulista iniziasse la propria rivoluzione tra le aule della Facoltà di Architettura con João Batista Vilanova Artigas. Il quartiere, di pianificazione e costruzione privata – diversamente da come avveniva nelle città europee impegnate, per la ricostruzione postbellica, nello studio di nuove soluzioni per la residenza collettiva pubblica –, racconta delle possibilità formali e costruttive che la combinazione tra committenti illuminati, architetti colti e imprese intraprendenti è riuscita a realizzare in un Paese in via di sviluppo, dominato da una costante crisi abitativa e da una feroce speculazione edilizia, affrontando ogni occasione progettuale come una sperimentazione laboratoriale.
Iniziato indirettamente attraverso l’approfondimento del lavoro di Lina Bo Bardi, questo studio si inserisce all’interno di un canale di ricerca sull’architettura e sulla città brasiliana, in particolare paulistana, portato avanti dall’autrice nel corso di circa dieci anni, e che ha toccato diverse tematiche legate al progetto di architettura contemporanea nei suoi aspetti formali, funzionali e sociali. L’indagine, condotta all’interno degli archivi della Faculdade de Arquitetura e Urbanismo da Universidade de São Paulo – FAUUSP, ha permesso di recuperare disegni originali, alcuni dei quali inediti: nella fattispecie, nel corso dell’ultimo viaggio a São Paulo, si è presa visione di numerosi elaborati progettuali di diversi autori, tra i quali i disegni autografi del paesaggista italo-brasiliano Waldemar Cordeiro mai esaminati fino a ora. Lo studio di questo prezioso apparato iconografico è avvenuto attraverso un’ampia azione di lettura, reinterpretazione e ridisegno, che ha permesso di conoscere a fondo le ragioni della forma e dei rapporti che gli elementi costituenti dell’architettura instaurano fra loro e con la città, generando un sistema di conoscenze specifiche e interrelate. Questo lavoro permette alla ricerca presentata nel volume di connotarsi di un’impronta autoriale che affianca alla lettura per temi del “funzionamento” delle architetture una significativa identità visiva, avvalendosi del tratto di Ilaria Pizzonia e delle fotografie di Alessandro Lanzetta, Emiliano Hagge e Leonardo Finotti.
Lo studio delle architetture di Higienópolis – le Superpalazzine, usando la felice definizione di Alessandro Lanzetta, «palazzine romane ipervitaminizzate, cresciute di molti piani rispetto alle loro omologhe europee, […] enormi case a ville sovrapposte, dei veri e propri intensivi medio-alto borghesi» (Lanzetta 2015, 59) – offre l’opportunità di porsi delle domande sulla validità formale e concettuale di talune invarianti del progetto super-spaziali e super-temporali (Zevi le definiva “super-personali”), riportando a quella concezione dell’Architettura come disciplina fondata su certi presupposti costruttivi, formali e simbolici indispensabili. Domande che riguardano temi ontologici (come lo stare al mondo da soli e con gli altri; l’abitare la terra nel passato e nel futuro; la ricerca dell’identità di individuo e di nazione; la rappresentazione del qui e ora e della memoria scansando il cortocircuito dell’antinomia); temi gnoseologici (come la conoscenza del sé stesso in continua transizione – tema fondamentale per un popolo passato attraverso il colonialismo; conoscenza del mondo altro rispetto a quello a cui/da cui si proviene; conoscenza di un linguaggio architettonico di cui ancora si stanno scrivendo i fonemi); e temi fenomenologici (che traducono in forma e materia i precedenti, attraverso principi insediativi, tettonici, espressivi).
Le fabricae scelte per questa narrazione presentano caratteri che si accostano e si discostano costantemente dal paradigma architettonico a cui fanno riferimento, insegnando quella poetica della disobbedienza praticata dal progetto votato alla mutazione delle sovrastrutture che presiedono alle forme originarie costituenti degli archetipi. Lo studio di un così complesso sistema di variazioni al significante e al significato dall’architettura ha necessitato di un’analisi comparativa per temi condivisi, individuati nei caratteri predominanti nelle singole architetture, per metterne in luce la valenza sistemica, considerandole come “contenitori” di differenti declinazioni di identici principi che, proprio nella loro ripetizione, individuano una matrice progettuale generativa multipla unica nel suo genere.
per saperne di più
https://sinesteticaexpo.com/variazioni-del-movimento-moderno-higienopolis-1933-1963/