L'architettura è instabile!
Quest'affermazione potrebbe sembrare azzardata, eppure è il risultato di una ricerca sul movimento come proprietà interna dell’architettura che lo studio Diller Scofidio + Renfro ha fatto per curare e progettare la mostra Architettura instabile. Un viaggio inaspettato, un racconto inedito sulle architetture in grado di muoversi e agire, capaci di entrare in relazione con l’ambiente e con chi le abita. Un esempio? La Nakagin Capsule Tower di Tokyo.
Progettata nel 1970 da Kisho Kurokawa, nel denso quartiere Ginza di Tokyo, la torre era composta da 140 unità abitative a capsula pensate come pieds-à-terre per uomini d’affari.
Le capsule erano opere di design industriale caratterizzate da mobili, elettrodomestici e ripostigli integrati al fine di ottimizzare lo spazio e la planimetria dell’edificio.
La struttura modulare e innestabile permetteva alle singole capsule di essere restaurate o sostituite ogni 25 anni: un’incarnazione dei principi metabolisti di crescita e trasformazione organica.
Ma cos'è un'architettura metabolista?
Il Movimento metabolista è stato un movimento giapponese di avanguardia degli anni sessanta. Nel loro manifesto si legge: «Usiamo il termine biologico "Metabolismo" perché per noi progettazione e tecnologia non sono nient'altro che estensioni del potere vitale dell'uomo».
E le capsule di Kurokawa non sono nient'altro che cellule, cellule di un cyborg perché: «La Capsula è un'architettura cyborg. L'uomo, la macchina e lo spazio costruiscono un nuovo corpo organico»
Sfortunatamente, sebbene le capsule fossero destinate alla produzione di massa, l’edificio rimase un episodio isolato. Nessuna capsula fu mai sostituita e, dopo alcuni tentativi infruttuosi di conservazione, l’edificio venne smantellato nel 2022.
Da allora diverse capsule sono state acquistate da musei, come il MAXXI. E una delle capsule vi aspetta nella piazza del Museo come parte della mostra Architettura instabile.
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