La pelle invecchiando si assottiglia, perde di elasticità, si secca; il viso, le mani, il corpo nella sua interezza, si riempiono di macchie, un semplice urtare lo stipite di una porta, un infermiere non esperto che non "trova la vena" durante un prelievo, lividi violacei, che perdurano nel tempo. Una mappa che contraddistingue il passare degli anni. Anni non spensierati, non felici; anni di drammi, di violenza; anni di indifferenza, di solitudine; anni di miseria, di malattia; anni di lotta. Scontro violento fra due parti in cui ciascuna cerca di avere il sopravvento sull'altra. Una di quelle parti sei tu, l'altra la vita. Ci sono momenti in cui ti vedo, ti ricordo, ti immagino, sollevare trofei: la fine del liceo, l'anno da crocerossina, la prima volta che hai preso un aereo, il tuo primo lavoro, un bacio puro, la nascita delle tue figlie, quella di tua nipote; quando hai guidato una macchina per la prima volta, cucinare qualcosa di elaborato, un lavoro a maglia, una delle tue collane. O finire le parole crociate, quelle senza schema, o un giallo mozzafiato. Sono solo momenti. Nessun medicamento per la tua ferita divenuta medusa, antichissimo animale, che si muove lentamente, palpita nel tuo animo, ed i suoi lunghissimi e sottilissimi tentacoli urticano le pareti del cuore, solo del tuo cuore. Ma tu sei, inconsapevolmente, maestra di un'arte, il kintsugi, letteralmente "riparare con l'oro", pratica giapponese che consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido o lacca mista a polveri preziose per la riparazione di oggetti in ceramica. Il vaso della tua vita, che ripari quotidianamente, presenta un diverso intreccio di linee dorate unico ed ovviamente irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. Questa pratica nasce dall'idea che dall'imperfezione e da una ferita possa germogliare una forma ancora maggiore di perfezione estetica ed interiore. Non nascondi le fratture, ma le esalti, mostrando tanto la fragilità quanto la forza di resistere. In questo sta la tua vera bellezza. Oggi il vaso compie 75 anni ed è degno del museo più nobile che esiste: la vita.