Questa poesia, volutamente a mò di Inno, pone l'accento sull'attimo, di “quell'attimo” che è in grado di far cambiare l'anno, ed è proprio nella sua particolare metrica: matematico geometrica, che il Poeta gioca con questi versi, da leggersi, per chi voglia, rigorosamente nel momento di passaggio da un anno in un altro, e anche, come lo fu per il 2000, da un millennio in un altro. Al termine l'Autore lascia al lettore il suo necessario commento.
INNO ALL’ANNO
Le porte del mondo si sono aperte
ora incalzano le ore col fragore dei millenni
Ed è entrato da poco l’anno nel mondo
passando per la porta plurimillenaria
del tempo ha portato a tutti, passando,
augurii di luce e calore:
si è ora aperta la porta nel vagito
della nascita per far ingresso
nell’atrio giovane di te, nel ruggito
remoto, per fissare nel moto l’immoto,
nell’inno dell’anno assisa nel mezzo
la eco di janua sorprende di sempre
perfino l’adesso.
Composizione poetica e progetto
di Claudio Monachesi
(Roma 28 12 2010)
Un augurio festoso e fastoso di passaggio nell’anno, negli anni, luce.
Spiegazione dell’autore: la poesia si srotola su 118 sillabe; nella sua centralità sillabica 59/60 sillabe si legge “nasci”, ovvero nascere a nuova vita / a nuovo anno. Se riuscissimo a contrarre la poesia in un’estrema sintesi poiché riusciamo ad unirne l’inizio e la fine ascoltiamo: “Ed è entrato l’adesso”, un settenario davvero indivisibile.
Nel totale le sillabe che andiamo scandendo sono 144, numero assai importante, poiché scaturito dalla “serie” di Fibonacci; è il 12° della “serie”, come i 12 mesi dell’anno che annunciano completezza : le 12 “porzioni auree” (le 12 “costanti” che da 1 ci portano a 144) e che si srotolano nei 365 giorni; in pratica questa costruzione poetica sottende geometricamente al dodecaedro, il solido regolare che con le sue 12 facce pentagonali si avvicina di molto alla sfera, simbolo di perfezione. Ora ecco la sintesi finale: “Ed è entrato l’adesso: nasci”. Mi fermo qui.