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Gianfranco Ayala - Sicilia sottosopra dal 29 gennaio al 1° marzo Roma

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Una mostra fotografica da non perdere a Roma: "Gianfranco Ayala - Sicilia sottosopra" dal 29 gennaio al 1° marzo 2020 presso il Teatro dei Dioscuri al Quirinale in via Piacenza 1! L'esposizione, ad ingresso gratuito e aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18, è a cura di Enrico Menduni, realizzata e promossa da Istituto Luce-Cinecittà con il Patrocinio della Camera dei Deputati e con il Patrocinio del Comune di Caltanissetta, l'organizzazione generale è di Maria Gabriella Macchiarulo.
La Mostra racconta la storia di un ragazzo, Gianfranco Ayala, che tra il 1948 e il ’52, tra i 15 e i 19 anni, a Caltanissetta, scatta decine, centinaia di fotografie, come una passione, come una liberazione. È un talento naturale, sono foto di pura bellezza, sulla città e la campagna, gli adulti e i bambini, sulla fatica, la povertà, il sorriso della vita. Senza formazione specifica, allievo solo di uno stampatore e di ciò che vede, Ayala incrocia senza saperlo le traiettorie del realismo cinematografico italiano, di Cartier-Bresson, degli street photographers americani. Il ragazzo è amico del ‘professor’ Sciascia; è erede di gestori di solfatare, come Pirandello. La sua storia può essere quella di un racconto di Gesualdo Bufalino, di una vocazione postdatata. E la mostra racconta la storia di Gianfranco Ayala, neurologo e docente di livello internazionale. Che dopo la scuola per volere della famiglia ha studiato medicina, è emigrato in America. Ha abbandonato per sempre la fotografia. Ma non i negativi delle sue foto, e la pellicola di un cortometraggio sulla sua solfatara - che è anch’esso un gioiello - che lo hanno seguito segretamente nei decenni in tutti i suoi spostamenti, come un bagaglio silenzioso, come un appuntamento rimandato. Come una rinuncia traumatica da ricucire.
E quando è anziano, Ayala decide di far vedere al mondo quei suoi scatti di decenni prima.
Il tempo è passato sui suoi soggetti, sulla Storia. Non sulle foto. Che sono di un nitore, una bellezza intatti. Forse Ayala riscopre che la sua vocazione era buona. E noi lo capiamo con lui, considerando che quel ragazzo del dopoguerra merita un piccolo posto nella storia di quest’arte.
Oggi Gianfranco Ayala ha 87 anni e la mostra Sicilia sottosopra porta per la prima volta a Roma questa promessa della fotografia.
Gianfranco Ayala - Sicilia sottosopra, promossa e organizzata da Istituto Luce-Cinecittà, con il Patrocinio della Camera dei Deputati e del Comune di Caltanissetta, presso il Teatro dei Dioscuri al Quirinale, dal 29 gennaio al 1 marzo 2020, per la cura di Enrico Menduni, racconta in 75 immagini, e nel corto-gioiello del 1952 ‘Solfara’, interamente restaurato, i luoghi, la gente, le atmosfere della Caltanissetta di Ayala, il suo mondo fisico ed emotivo: luogo di cultura e ruralità, di lavoro, miseria, dolente e bellissima umanità, che è l’Italia dell’immediato dopoguerra. E ancora di più, la naturale felicità del suo sguardo, di fotografie che sembrano esserci state sempre, e che ci guardano per la prima volta.
LA MOSTRA
Il percorso espositivo raccoglie 75 scatti in bianco e nero eseguiti tra il 1948 e il 1952 da Gianfranco Ayala, nato a Caltanissetta nel 1933, figlio, come dice lui, ‘di un musicista e una torinese’ e appartenente a una delle più importanti famiglie della sua città. Armato di una Ferrania-Galileo “Condor” nello stile della Leica, la sua scrittura fotografica è fatta soprattutto di persone, di ogni età e condizione, viste nella loro quotidianità o nelle cerimonie religiose e politiche della comunità. L’attività di Ayala è appassionata e costante, ma destinata a subire una brusca, definitiva interruzione. Gianfranco vorrebbe proseguire la propria vocazione trasferendosi a Roma, a studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il volere familiare lo indirizza invece a Torino, a studiare Medicina. Seguiranno la specializzazione in neurologia e il trasferimento negli Stati Uniti, dove Ayala vivrà per un trentennio, divenendo un neurologo di livello internazionale. Quelle del dopoguerra sono le prime e ultime prove della sua arte di fotografo. Come scrive il curatore Enrico Menduni ‘il lavoro creativo di Gianfranco Ayala riemerge, come dalle profondità del sottosuolo, con una straordinaria freschezza. La sua estraneità alle correnti dominanti dell’epoca (o la sua saggezza nel tenersi a rispettosa distanza) che hanno segnato la sua condizione artisticamente solitaria, rendono oggi particolarmente vive le sue foto, i ritratti, i luoghi e le persone le processioni e le orchestre, i vicoli e le piazze di Caltanissetta, il fondo scuro della miniera’.
IL CATALOGO. Accompagna la Mostra il catalogo, edito da Istituto Luce-Cinecittà e 40due Edizioni, illustrato dalle foto in esposizione e corredato da scritti del curatore Enrico Menduni, di un grande della politica, del sindacato e del giornalismo come Emanuele Macaluso, memoria storica delle dure lotte sindacali delle solfatare, del giornalista e scrittore Gaetano Savatteri (che sottolinea la pura bellezza della fotografia di Ayala e la accosta all’affascinante epopea dello zolfo nella letteratura siciliana, da Verga e Pirandello a Sciascia e Camilleri), e di Maria Gabriella Macchiarulo, coordinatrice della mostra per Luce-Cinecittà.

per saperne di più

SICILIA SOTTOSOPRA

solo tante immagini

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