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Gianfranco Ayala

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Gianfranco Ayala nasce a Caltanissetta nel 1933 da un padre musicista e una madre torinese. La sua famiglia, tra le più importanti della città, possiede fra l'altro una piccola miniera di zolfo, la "Giumentarello", che occupa un centinaio di operai. Diciottenne, ha fotografato la cità e le campagne intorno, ed è sceso in miniera per girare il suo documentario sulla miniera, "Solfara", un documento unico sulla condizione dei minatori e dei carusi che vi lavoravano. Inviato dalla famiglia a Torino per frequentare la facoltà di medicina, si laurea in Psichiatria e presto si trasferisce negli Stati Uniti, dove è vissuto trent'anni raggiungendo livelli di eccellenza nella sua professione di medico neurologo e docente universitario, dismettendo però l'attività fotografica. Ritorna in Italia alla fine degli anni ottanta, dove insegna per vari anni a Roma e poi a Palermo. Negli utlimi dieci anni si è dedicato a riscoprire e ordinare la sua produzione di fotografie e documentari.
Lo abbiamo incontrato in occasione della mostra "Gianfranco Ayala - Sicilia sottosopra", curata da Enrico Menduni, realizzata e promossa da Istituto Luce-Cinecittà con il Patrocinio della Camera dei Deputati e con il Patrocinio del Comune di Caltanissetta, la cui organizzazione generale è di Maria Gabriella Macchiarulo.
La Mostra, in corso a Roma presso il Teatro dei Dioscuri fino al 1 marzo, racconta la storia di Gianfranco Ayala ragazzo, che tra il 1948 e il ’52, tra i 15 e i 19 anni, a Caltanissetta, scatta decine, centinaia di fotografie, come una passione, come una liberazione. È un talento naturale, sono foto di pura bellezza, sulla città e la campagna, gli adulti e i bambini, sulla fatica, la povertà, il sorriso della vita. Senza formazione specifica, allievo solo di uno stampatore e di ciò che vede, Ayala incrocia senza saperlo le traiettorie del realismo cinematografico italiano, di Cartier-Bresson, degli street photographers americani. Il ragazzo è amico del ‘professor’ Sciascia; è erede di gestori di solfatare, come Pirandello. Gianfranco non solo ha risposto alle nostre tre domande, ma ci ha raccontato cche è riuscito a superare una grande insicurezza anche grazie alle fotografie della mostra, che la sua passione è l'Opera e che è intraprendente, nel senso che rischia, per lui il rischio fa parte della vita, se non si rischia non si combina niente.

Ecco le risposte di Gianfranco Ayala alle nostre tre domande:

  • Come descriveresti te stesso utilizzando solo qualche aggettivo?
    • Curioso e intraprendente.
  • Qual è l’evento che ti ha cambiato la vita?
    • Quando ho lasciato la Sicilia e l'Italia per andare negli Stati Uniti e poi quando sono tornato.
  • Puoi segnalarci uno o più link socialmente utili?
    • Tutti quelli che si occupano di cultura, in particolare dell'Opera.

Per saperne di più sulla mostra

https://www.archivioluce.com/2020/01/24/sicilia-sottosopra/

solo tante immagini

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