Solo Menti

Silvia Petronici

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Dopo la laurea in filosofia, ma già durante gli studi, mi è stato chiaro che in ogni cosa soprattutto mi interessava la sua relazione con tutto il resto e con me. Mi sono presa cura delle storie di queste relazioni ascoltando e continuando a narrare. Storie per spiegare come è fatto il mondo e come siamo arrivati qui. Gli artisti e le storie hanno la stessa vita che è poi è la vita delle piante, delle montagne e dell’acqua. Così ho imparato a mettere le mani nella terra, a fare le cose mentre le cose facevano me, a coltivare ciò che avrebbe potuto coltivarmi, a ballare a piedi nudi. Ho esplorato il senso di comunità e la prima di tutte le relazioni, la simbiosi con la Terra. Ho imparato tante cose dagli artisti e tante cose dalle piante.
Con Studio 23 mi occupo di tutto questo, filosofia pratica, arte e relazioni di cura.
Come curatore indipendente di arte contemporanea mi occupo di pratiche artistiche site and audience specific, arte pubblica e pratiche di partecipazione. In particolare di progetti artistici socially engaged orientati dalla volontà di condurre una ricerca sul valore sociale dell’arte, sui temi dell’ecologia e della sensibilizzazione ambientale e sulla riscoperta del senso di comunità come risorsa per superare crisi e indurre cambiamenti positivi.
L’ultimo progetto curato, l’edizione n. 16 del ciclo di residenze e masterclass per artisti e curatori senseOFcommunity (avviato nel 2013), presso Ca’ Inua, azienda agricola e progetto artistico del collettivo Panem Et Circenses, ha esplorato la relazione virtuosa tra pratiche agricole e pratiche comunitarie usando come dispositivo d’innesco di questa relazione la pratica artistica.
Tra i progetti ideati e curati negli ultimi anni, a Marostica (Vi) il progetto Riserve urbane_arte pubblica e rigenerazione che ha coinvolto per tre anni (2015-2018) con il linguaggio dell’arte la cittadinanza in un processo di attivazione e partecipazione su temi come la geografia emozionale, la rigenerazione, il verde pubblico, la permacultura, il dono e la reciprocità. Mi sono occupata, con il progetto X.Forma (2017-2018), del rapporto tra performance partecipata nell’ambito dell’arte pubblica e performance teatrale nell’ambito del teatro di ricerca.
Tra le mostre curate, Portati dal Vento (2015), personale di Giorgia Valmorri, a Venezia presso la galleria del progetto Spiazzi con interventi site specific e pratiche di relazione presso l’orto collettivo urbano Spiazzi Verdi; #Connected, progetto espositivo site specific presso gli Orti Botanici di Firenze (2013) e Palermo (2014). Quando il nonno pescava (2014), personale del collettivo PetriPaselli presso la Galleria Adiacenze di Bologna. Stati di Veglia, sette tappe di una geografia sentimentale (2014), progetto community based e opera pubblica partecipata di Beatrice Bartolozzi. In questo momento sto curando due opere comprese nell’ambito dell’arte pubblica partecipata: Let’s Rain, azione estetica per far piovere con gli artisti del collettivo Panem Et Circenses e Giardino di Connessioni. Terzo movimento dell’artista Giorgia Valmorri.
Dal 2013 ho ideato e curato il ciclo di residenze per artisti e curatori senseOFcommunity_lo spirito comunitario dell’arte nella società 2.0 contribuendo ad una ricerca sul metodo nell’ambito della pratica artistica site specific, fino ad ora sedici edizioni in diverse sedi in Italia.
Con l’intento della ricerca sullo spirito comunitario che la pratica dell’arte contiene, a margine della curatela
di progetti espositivi veri e propri, mi sono concentrata sulla realizzazione di progetti paracuratoriali dedicati alla ricerca e alla formazione: residenze (come il ciclo senseOFcommunity appena citato), workshop e seminari (come le due edizioni, 2017 e 2019, del progetto X.Forma), talk e lectures su questi temi e procedure (ad esempio le conferenze del ciclo LEP, Libertà è Partecipazione del 2017 o il talk aperto a Palermo presso l’orto botanico Sharing Collaboration Planetary Garden del 2014).
Nell’ambito della progettazione di eventi culturali dedicati all’arte pubblica socially engaged e alle pratiche artistiche site and audience specific ho avuto l’occasione di conoscere e coinvolgere in progetti da me curati: Alberto Garutti, artista di fama internazionale impegnato nell’ambito dell’arte pubblica; Gianni Pozzi, docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, storico e saggista; Stefano Mattei e Michele Savorgnano, esperti permacultori; Francesco Vallerani, professore di geografia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia ed esperto di geografia emozionale; Francesco Maria Raimondo, professore di Botanica presso l’Università degli studi di Palermo e Manlio Speciale, rispettivamente direttore e conservatore dell’Orto Botanico di Palermo; ho partecipato a seminari con Cesare Pietroiusti, artista concettuale di rilievo internazionale.
Nel saggio A piedi nudi ballano i santi. La relazione artista-curatore nelle pratiche artistiche site specific. Arte pubblica e progetti socialmente impegnati, edito da Oligo Editore, Mantova 2018, ho raccolto premesse e conquiste di tutta la mia ricerca in questo ambito dell’arte.
Nell’ultimo libro pubblicato, Settima Onda. Un appartamento, gli artisti e un quartiere. Storia di un progetto relazionale, edito da Il Rio Edizioni, Mantova 2020, continua la riflessione sul tema del valore sociale dell’arte e, in particolare, dell’arte pubblica che deriva da una pratica artistica e curatoriale onestamente e radicalmente site and audience specific.

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