Quand'ero piccolo non riuscivo a capire perché mio padre, tornato dal lavoro cenava e dopo aver mangiato ancora seduto a tavola reclinava la testa sugli avambracci conserti addormentandosi pieno di stanchezza; in genere l'estate indossava una canottiera bianca ;un capo intimo che spesso usavano indossare gli uomini degli anni 50/60 a mò di maglietta; allora mia madre lo esortava ad andare a letto vedendolo così stanco... Ed io, da piccolo, con il mio naso sulla bocca mi chiedevo perché mio padre si doveva ridurre in quelle condizioni. Eppoi non capivo l'importanza del lavoro; mi sembrava un'assurdità... Solo dopo, da grande, ho capito che il lavoro era necessario; ma negli anni della mia infanzia dovevo fare i conti con la mia ingenuità, ed ogni sera, di quelle, mi sembrava proprio impossibile che il lavoro potesse avere alcuna utilità e maggiormente poi ridurre mio padre così; così nella stesura delle poesie per bambini, “Incontrando Alice”, ho fatto rivivere in me quel vissuto e ho composto ed inserito questa poesia:
LAVORO
Con la mani fertili di idee
ho costruito il ponte argenteo
capace di farmi attraversare il fiume...
Di là, m'hanno detto, c'è
un paese fatto di tanta bontà:
dove abitano uomini e donne
pieni di delizie che non fanno
mai un torto a nessuno
e le banche invece dei soldi
conservano il miele
lo zucchero filato le liquirizie
e i saltinbocca
e la tarantella di Rossini
e la luce del sole,
ed ognuno lavora per l'altro
ognuno con il lavoro che vuole,
soltanto per diventare sempre più bello
perché anche l'altro diventi
sempre più bello....
Composizione poetica originale
di Claudio Monachesi
dal libro per bambini: “Incontrando Alice”
Roma, 1 marzo 2003
Solo una immagine
Nella foto: La pagina 18 del libro dove campeggia la poesia “Lavoro” e a lato il disegno, commentante la poesia, fatto dal piccolo De Vita Francesco della “Scuola in Ospedale”.