EMERGENCY presenta"La Storia di Luis", dall’Ecuador, oggi si prende cura degli anziani in una RSA di Roma, online nella mostra multimediale di Emergency "Un giorno qualunque, storie che ricominciano dall'Italia".
Luis, rimasto orfano a 5 anni e adottato insieme al fratellino appena nato, non si è mai sentito davvero accettato nel quartiere in cui è cresciuto così, ormai adulto, circa vent’anni fa, ha deciso di lasciare l’Ecuador per inseguire il sogno dell’Europa. Dopo una prima tappa ad Amsterdam è arrivato a Roma, dove si è stabilito aiutato dalla comunità sudamericana e da una famiglia sarda che lo ha assunto come badante e gli ha insegnato tutto ciò che gli ha permesso di integrarsi in Italia. Dopo aver studiato come infermiere ora Luis ha una sua famiglia, si prende cura degli anziani nella RSA dove lavora, e ha fondato un’associazione per insegnare il mestiere che ama tanto ad altri sudamericani come lui.
Quella di Luis è una delle tante storie di rinascita raccontate nella mostra multimediale “Un giorno qualunque. Storie che ricominciano in Italia” ideata da EMERGENCY per il progetto “NO ALLA GUERRA, per una società pacifica e inclusiva rispettosa dei diritti umani e dalla diversità fra i popoli”, realizzato con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).
La mostra è composta dalle fotografie di Simone Cerio e dai video dell’agenzia creativa Wow Tapes. Un riflettore sulle persone migranti che si sono ricostruite un’esistenza nel nostro Paese, su tanti ‘momenti qualunque’, di ‘giorni qualunque’, di ‘vite qualunque’, in cui la convivenza diventa possibile.
“Sono arrivato da solo, 23 anni fa. A Roma ho conosciuto un gruppo di sudamericani che si riunivano vicino alla stazione Termini. Grazie a loro ho avuto il mio primo posto letto. Passavo tutte le mie giornate sul marciapiede, volevo un lavoro stabile, duraturo, ma non riuscivo a trovarlo. Poi sono entrato in una famiglia per fare il badante – racconta Luis –. Loro mi hanno insegnato tutto, a cucinare, a curare la casa, a parlare italiano. Purtroppo il proprietario di casa è venuto a mancare, ma dopo un periodo difficile mi sono rimboccato le maniche e ho ricominciato a lavorare. Ho fatto tanta esperienza in una RSA come infermiere, mi hanno assunto con un regolare contratto sostenendomi nella crescita professionale. Questo mi ha aiutato a diventare una persona integra e felice per il lavoro che faccio, ma soprattutto di vivere la mia cultura sudamericana in una città metropolitana come Roma senza mai perdere l’umiltà e la voglia di imparare”.
Insieme a Luis, nella mostra “Un giorno qualunque” ci sono tante altre storie: Bader, partito dal Marocco, che oggi lavora con EMERGENCY come mediatore per i braccianti agricoli del ragusano e a bordo della nave di soccorso Open Arms. M’barka che è arrivata a Napoli dalla Tunisia trentacinque anni fa e, anche se non pensava che sarebbe riuscita a inseguire il sogno della musica, oggi è una cantante, musicista e attrice che collabora con artisti di fama internazionale. E ancora, Mamadou, che ha attraversato il Burkina Faso, il Niger e poi il deserto, fino alla Libia e all’arrivo in Italia, e oggi è operatore in un centro SIPROIMI e attivista per i diritti dei rifugiati. Mercedes, dal Perù, che lavorava come badante anche di notte, per poter studiare all’università di giorno e che oggi veste la divisa da infermiera. Huda che è scappata dalla Siria sotto le bombe e oggi lavora in un ristorante popolare tra i canali di Venezia. Aras, anche lui scappato dalla Siria e approdato a Venezia dopo essere stato prigioniero politico e che oggi lavora nella società di consulenza e produzione di laser e apparecchiature medicali fondata con sua moglie.
Tutte le testimonianze sono pubblicate online su “Un giorno qualunque. Storie che ricominciano in Italia”, andando a comporre un mosaico sulla capacità delle persone di aprirsi a nuove culture, a nuovi mondi.
Tramite video, fotografie e frammenti audio, la mostra permette di conoscere la storia di chi è arrivato nel nostro Paese per migliorare la propria vita o per sopravvivere alla guerra, e ne è diventato parte integrante. Storie interrotte che, in un giorno qualunque, ricominciano in Italia.
Le fotografie di Simone Cerio e i video di Wow Tapes propongono un altro punto di vista, per comprendere gli sforzi fatti da chi arriva nel nostro Paese per ricominciare, l’importanza delle scelte che facciamo e delle persone che incontriamo sul nostro cammino, nei nostri giorni qualunque.
EMERGENCY è presente in Italia dal 2006 con progetti socio-sanitari in 8 regioni: ambulatori per migranti e persone disagiate a Marghera, Polistena, Castel Volturno, Napoli, Sassari; ambulatori mobili a Milano e Ragusa; sportelli di orientamento socio-sanitario come a Brescia. Dal 2017 offre, inoltre, assistenza psicologica e infermieristica per la popolazione colpita dal terremoto nelle province di Teramo, Macerata e L’Aquila, e dal 2019 supporta le operazioni di ricerca e soccorso dei migranti con l’associazione Proactiva Open Arms nel Mediterraneo.
Simone Cerio (1983) è un fotografo documentarista italiano, specializzato in visual journalism. Da sempre interessato a linguaggi ibridi, le sue immagini evidenziano l’importanza della relazione profonda con l’altro. Il filo che lega i suoi lavori è il tema dell’identità e dei cambiamenti sociali e l’uso di uno storytelling estremamente intimo. Ha vinto premi internazionali come il Wellcome Photography Prize nella categoria “Hidden Worlds”.
Wow Tapes è una video agency di Roma fondata nel 2017 che unisce video-maker, creativi e professionisti della comunicazione da ogni angolo del mondo. È specializzata in visual storytelling per il mondo on-line e off-line, curando creazione, produzione e post-produzione di contenuti video. In continua ricerca di linguaggi narrativi freschi e dinamici, Wow Tapes si focalizza sull’impatto visivo ed emozionale delle proprie produzioni, spaziando dai commercial ai corporate video, dal travel blog ai documentari.
per saperne di più
https://ungiornoqualunque.emergency.it/la-storia-di-luis.html