Ciao Paolo, papà, Pippo (che per te era il sinonimo di nonno), amico, amatore e sì, anche giornalista.
Ci hai insegnato la leggerezza, il Savoir-faire, l'intelligenza, l'onestà (colorata a volte da qualche mezza verità).
Eri capace di far felici tutti. Non ti arrabbiavi mai. Eri curioso. Tollerante. Odiavi il vento, le bollicine e il viola. Eri lo Zio Vero e l'amico sincero. Facevi battute sarcastiche e chiamavi il pranzo colazione. Eri capace di creare mondi fantastici e raccontare storie assurde con assoluta serietà. Il tuo uditorio pendeva dalle tue labbra mentre chi ti conosceva bene sapeva che stavi allegramente barando. Mai noioso. Mai pedante, né pesante.
Col tuo passo leggero hai solcato tante strade.
Col tuo sorriso hai incantato tante persone.
Con la tua professionalità hai istruito tanti giovani.
Chi ti è stato vicino ha avuto modo di apprezzare la tua eleganza (nei modi e nelle parole), la tua cultura infinita e la tua ironia.
Chi ha avuto la fortuna di incontrarti, anche se per poco, continua a stimarti, ad apprezzarti e a considerarti un signore, un maestro, una persona con la P maiuscola.
Adesso vola leggero lassù ma, se ti dicono che qualche angelo sta per sposarsi, ti prego non commentare: "contro chi?"
Ciao Pippo, ci mancherà tanto la tua presenza corporea. Ma ognuno di noi porterà un pezzettino di te nel suo cuore.
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