Mi chiamo Santino Spinelli, in arte mi faccio chiamare Alexian, sono un musicista, compositore, poeta e saggista, attività artistiche che cerco di coniugare con il mio ruolo di docente universitario. Sono nato a Pietrasanta, in provincia di Lucca, il 21 luglio 1964, da Gennaro e Giulia Spinelli. Sono fiero di appartenere alla popolazione romanì che come saprete è costituita da diversi gruppi che si autodeterminano come rom/roma, sinti, cale/kale, manouches e romanichals e che rappresenta, con quasi dodici milioni di persone in Europa e ventiquattro milioni nel Mondo, la più grande minoranza etnica Europea. Sono l'ultimo di sei figli, unico maschio della familje, un’unità sociale estesa, una sorta di tribù, costituita dai genitori, dalle loro famiglie di origine e dai loro discendenti. Dal 2021, anno in cui è scomparso il mio amato padre - un uomo che nonostante fosse analfabeta è riuscito a mantenere tutti noi nell’agio e nella spensieratezza con il suo duro lavoro regalandoci la possibilità di studiare -, sono diventato il Capofamiglia. Grazie a lui a Lanciano, in provincia di Chieti, dove tuttora abito, ho potuto compiere i miei primi studi. Mi sono diplomato col massimo dei voti all’Istituto di Stato per il Commercio "Pietro De Giorgio" e poi ho conseguito due lauree all’“Alma Mater Studiorum”, l'Università degli Studi di Bologna, la prima in Lingue e Letterature Straniere nel 1998, la seconda in Musicologia nel 2006. Naturalmente la musica rappresenta in mio primo amore che pratico da sempre. Il mio secondo amore, ma non meno importante, è stata ed è mia moglie Daniela De Rentiis, dalla quale ho avuto tre meravigliosi figli: Gennaro, Giulia ed Evedise, tutti musicisti professionisti con i quali teniamo numerosi concerti in Italia e all'estero. I miei strumenti preferiti sono la fisarmonica e il pianoforte, mentre Gennaro è ritenuto uno dei migliori violinisti rom a livello internazionale per l’esecuzione di musica rom. Le mie due figlie sono laureate, Giulia suona il violoncello, mentre Evedise è la prima donna rom riuscita a laurearsi in arpa, al Conservatorio di Pescara, che naturalmente suona divinamente. Sono molto fiero di loro, le ho nutrite di pane e musica fin dalla più tenera età e mia moglie mi ha sempre sostenuto, ci ha sempre sostenuto, anzi ci fa anche un po' da ufficio stampa per concerti ed eventi.
Ho insegnato Storia, Lingua e Cultura romanì presso le Università di Trieste, Teramo, Chieti e al Politecnico di Torino. Sono autore di numerosi saggi e articoli sul mondo romanì tradotti in diverse lingue. Sono ambasciatore dell’arte e della cultura romanì nel mondo per la International Romanì Union, l’organismo transnazionale che rappresenta la popolazione romanì all’ONU, di cui è attualmente Presidente il rom lettone Normund Rudevich. Ho fondato l'associazione culturale Thèm Romanò (mondoromanò) di cui sono il Presidente.
Sono presidente nazionale della federazione FederArteRom e tra i fondatori di UCRI (Unione delle Comunità Romanès in Italia) di cui sono il Portavoce.
Nel 2010 ho pubblicato per la ‘Ut Orpheus editore’ di Bologna i volumi "Carovana Romanì" per Fisarmonica, Ensemble e Orchestra. Le raccolte contengono partiture da me stesso composte che sono state eseguite al Palazzo del Consiglio d'Europa a Strasburgo il 7 ottobre 2010 ed al Consiglio europeo a Bruxelles il 17 gennaio 2013 dall'Orchestra Europea per la Pace da me fondata attraverso la quale ho elevato la musica rom da folklorica a sinfonica e con cui tengo numerosi concerti in tutta Europa. Posso dire di essere sia compositore che esecutore delle mie stesse musiche.
Il 2 giugno 2012 ho cantato il Murdevele (Padre Nostro in lingua romaní) per Papa Benedetto XVI a Bresso in occasione della Giornata Mondiale della Famiglia davanti a 800.000 persone e in mondovisione. Il 10 maggio 2014 ho eseguito mie sue composizioni per Papa Francesco sul sagrato di San Pietro davanti a 300.000 persone e in diretta su Rai1. La mia poesia "Auschwitz" orna a Berlino, nei pressi del Bundestag, il monumento dedicato alla memoria del genocidio di Sinti e Rom durante il nazismo, inaugurato il 24 ottobre 2012 alla presenza del capo di Stato tedesco e di Angela Merkel.
Il 26 ottobre 2015, insieme all'Alexian group, ho eseguito diverse mie composizioni per Papa Francesco, tra cui il Murdevele. I brani sono stati suonati in Vaticano presso la Sala Nervi, in occasione dell'Udienza per i Rom e Sinti celebrativa del 50º anniversario dell'Udienza che Papa Paolo VI tenne per la Popolazione Romanì.
L'evento è stato trasmesso in diretta mondiale.
Lunedì 18 Aprile 2016 nella sala della “Cavallerizza” presso il Palazzo Marchesale il Sindaco di Laterza (Taranto), Gianfranco Lopane, mi ha conferito la Cittadinanza Onoraria con la seguente motivazione: «Al Prof. Santino Spinelli – pietra miliare e portavoce nel mondo del Popolo Rom perché rappresenta la capacità di rivalsa di quanti sono stati e sono ancora discriminati a causa delle proprie origini; perché ha restituito, col suo esempio di vita e di esponente della cultura romanì, dignità spessore alla comunità Rom che si Onora di rappresentare; perché la nostra comunità Rom, da anni integrata nel tessuto sociale di questo Comune, con l'azione propositiva divulgativa del prof. Spinelli possa sempre più recuperare quel corpo di valori essenziale alla sopravvivenza di tutti i popoli».
Un artista appartenente alla popolazione romanì non viene valutato per la sua arte e per le sue capacità, ma visto piuttosto come un fenomeno che si è emancipato da una situazione di degrado e di emarginazione o come eccezione. La visuale sul mondo romanò è sempre deformata anche in presenza di eventi o personaggi positivi. I gruppi e sottogruppi romanès sono conosciuti con l’eteronimo peggiorativo di zingari. Sono connotati anche con altri eteronimi che sono alquanto fuorvianti come per esempio il termine nomadi. Le comunità romanès non sono nomadi per cultura. La loro mobilità è sempre stata coatta, figlia della discriminazione e della persecuzione. Quando hanno trovato accoglienza non hanno avuto difficoltà ad insediarsi in maniera stabile e a sviluppare mestieri inerenti alle economie locali. Il presunto nomadismo ha giustificato la necessità di creare i campi nomadi con la proliferazione di un sistema di ghettizzazione fatto passare come esigenza e come forma di rispetto nei confronti della cultura romanì.
L’antiziganismo crea tanti disagi ai gruppi romanès che si vedono negare i diritti più elementari e hanno difficoltà nell’accedere ai servizi pubblici. Nella società dei gage anche i rom e sinti laureati hanno difficoltà poiché tendenzialmente “valgono” sempre meno rispetto agli “altri” e la loro presenza non è sempre “gradita” nei luoghi pubblici “importanti”. Gli “esperti” li vedono come concorrenti indesiderati. In pratica anche coloro i quali mostrano chiaramente di essere onesti e ben predisposti verso la società hanno sempre il cammino in “salita”, i loro sacrifici spesso non sono “ricompensati” e questo scoraggia tanti altri giovani che preferiscono non procedere negli studi costosi e faticosi. Fra gli effetti collaterali devastanti dell’antiziganismo ci sono proprio la disillusione e la rassegnazione poiché il mondo esterno viene percepito continuamente come ostile dalle comunità romanès. Per questo ho scelto di dedicare tutto il mio impegno alla lotta contro la discriminazione del mio popolo, cercando di dare anche l’esempio.
A maggio 2018 mi è stata conferita la Medaglia d'Argento e il Diploma del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio in occasione del tricentenario della Bolla Ecclesiastica di Papa Clemente XI. Sempre nel 2018 ho contribuito a far realizzare a Lanciano, in piazzale Edith Stein, il Monumento al Samudaripen dei Rom e Sinti, una statua scolpita in pietra della Majella da Tonino Santeusanio che si trova presso il Parco delle Memorie. Il monumento è il primo del genere in Italia.
Il 4 febbraio 2020 il Presidente Mattarella mi ha conferito l’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, per cui da allora sono registrato nell'Albo dei Commendatori al n° 1307 Serie IV.
Ho ricevuto diversi premi tra cui il Premio Lussu alla carriera.
Ho pubblicato quattro libri di poesia in lingua romanì:
Gilì Romanì (Canto Rom), Lacio Drom (Roma, 1988)
Romanipé (Identità romanì), Solfanelli (Chieti, 1993)
Romano Gi! (l'Anima Rom), Edizioni Romanì (Roma, 2011)
Gili tro gi (Canto dell'anima) Edizioni Tracce (Pescara, 2015)
E una serie di altri scritti di storia cultura e tradizione popolare rom:
Prin©karang - Conosciamoci, incontro con la tradizione dei Rom Abruzzesi (Editrice Italica, Pescara 1994)
Baxtaló Divès (Collezione Interface, Centro di Ricerche zingare dell'Università di Parigi, Consiglio d'Europa, 2002)
Baro Romano Drom - la Lunga strada dei Rom, Sinti, Kalé, Manouches e Romanichals (Meltemi editore, Roma 2003)
Rom, Genti Libere con prefazione di Moni Ovadia (Dalai Editore, Milano, 2012)
Romanò Bravalipé, il patrimonio di un popolo Sono arrivato (2012)
Rom, questi sconosciuti con prefazione di Moni Ovadia (Mimesis Edizioni, Milano, 2016)
Una Comunità da Conoscere con prefazione di Pino Nicotri (D'Abruzzo edizioni Menabò, Ortona, 2018)
Le verità negate – Storia, cultura e tradizioni della popolazione romanì – Meltemi Editore 2021.
Sono arrivato dal 1986 ad oggi al mio ventiduesimo disco Romanò
Simchà, Festa Ebraica Rom, Officine della cultura.
Ho avuto ruoli cinematografici in una decina di film e in due opere
teatrali.
Per concludere, siccome la musica rappresenta l’essenza della mia
vita, ho una scuola di musica a Lanciano, nel quartiere Civitanova,
in via Finamore.
Vi saluto tutti nella mia lingua:
«But Baxt ta Sastipe».
«Che voi possiate essere fortunati e sani».
il video Gli Speciali di Rai Scuola "Genocidio dei rom e sinti"
SOLO TRE DOMANDE
- Mi descrivo con solo tre aggettivi
- Combattivo.
- Creativo.
- Poliedrico.
- Il solo evento che mi ha cambiato la vita
- Essere nato in una ‘familje’ rom probabilmente proprio per occuparmi della questione dell’antiziganismo e l’odio razziale ma soprattutto per aver ricevuto il dono della musica nel dna dai miei antenati.
- Solo un link socialmente utile
l'INTERVISTA di Patrizia Boi
Da quale tradizione arriva la musica dei musicisti romanès?
«La musica romanès risente degli influssi della musica antica originaria indiana. Spesso i concerti di musica indostana durano interi giorni e notti, parecchi musicisti e cantanti si susseguono con continuità in un flusso di musica quasi ininterrotto. E per questo che ancora oggi le feste romanès durano tante ore, spesso abbracciano due giorni e la musica è costantemente presente. Della musica araba e mediorientale le comunità romanès hanno conservato l’accento sulla melodia e sul ritmo, i canti melismatici e le scale orientaleggianti. Le comunità romanès hanno saputo conservare straordinariamente, nel tempo e nello spazio, i propri tratti culturali, linguistici, musicali ed estetici essenziali (romanipen). Musica, canto e danza, sono tutto per noi rom, invadono ogni campo della vita, ogni istante della giornata, ogni emozione, ogni accadimento, sono profondamente radicati nella nostra cultura. Le comunità romanès vivono la musica (basavipen) come espressione profonda dell’esistenza (zivipen). La musica romanì è un’arte emotiva che si lega alla quotidianità: fa cantare, fa danzare, fa ricordare eventi e persone, evoca, immagina, sollecita stati d’animo».
È stato facile essere riconosciuto come virtuoso nel tu percorso musicale?
«Un artista appartenente alla popolazione romanì non viene valutato per la sua arte e per le sue capacità, ma visto piuttosto come un fenomeno che si è emancipato da una situazione di degrado e di emarginazione o come eccezione. La visuale sul mondo romanò è sempre deformata anche in presenza di eventi o personaggi positivi».
Quali emozioni sono veicolate dalla vostra musica?
«Si passa da stati allegri e travolgenti, a stati commoventi e lamentevoli, da situazioni carezzevoli a interpretazioni assolutamente furiose. Spesso la musica rappresenta l’unico mezzo per comunicare e avere “ascolto” nel mondo esterno».
Tu possiedi un’orchestrina, l’ Alexian Group, quali strumenti la compongono?
«Ti elenco i musicisti che ne fanno parte e i rispettivi strumenti che suonano: Alexian Santino Spinelli (Fisarmonica), Gennaro Spinelli (Violino), Giulia Spinelli (Violoncello), Evedise Spinelli (Arpa), Davide Chiarelli (Percussioni), Francesco Mancini (Contrabasso), Marco Vignali (Tromba e Flicorno), David Perpetuini (Clarinetto e Sassofono)».
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
«In questo periodo sono coinvolto nelle commemorazioni della Shoah e del Samudaripen in molti eventi significativi. Sono impegnato con una serie Netflix, Suburra, dove come musicista interpreto i miei brani Paquito e Ah mri romni Ahmri chave, mentre mio figlio Gennaro è nella produzione come consulente. Sto portando in concerto il mio disco Romanò Simchà e i prossimi appuntamenti musicali a febbraio dell'Alexian Group sono:
12 febbraio a Sulmona, Teatro Caniglia con il Romanò Simchà, la festa ebraica-rom, ore 17.30.
13 febbraio a L'Aquila, Teatro Comunale, per le scuole, ore 11.00.
19 febbraio a Roma, Basilicata Santa Maria in Trastevere, Festival musicale di musica sacra, musica spirituale romanì, ore 17.00.
22 febbraio a Madrid (Spagna), Instituto Cervantes (con collegamento in diretta con tutte le sedi nazionali in ogni Stato, ore 11.00».
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