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Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia: chiude la mostra di Corrado Veneziano con oltre 16mila visitatori

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Si è conclusa con grande successo di pubblico la nuova personale di Corrado Veneziano, “Dipingendo Cavalcaselle. Di tersa mano”, presso le Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, a cura di Francesca Barbi Marinetti e Lucia Calzona. Sono 13 le tele in esposizione, che omaggiano e reinterpretano il grande lavoro, per stile e ricerca, di Giovanni Battista Cavalcaselle. Oltre 16mila i biglietti staccati per una media di circa 700 visitatori paganti al giorno. Nella giornata di domenica 3 dicembre, invece, i visitatori sono stati più di 1200.

LE OPERE IN MOSTRA

Corrado Veneziano – artista italiano le cui opere sono esposte in modo permanente in Musei istituzionali europei e intercontinentali, invitato in Francia con il patrocinio del Museo del Louvre, nonché autore dell’opera diventata il francobollo dello Stato italiano dedicato all’Inferno di Dante – ha studiato a lungo Giovanni Battista Cavalcaselle e ne ha reinterpretato gli schizzi e i taccuini.

La presentazione dell’intero ciclo di opere dedicata allo studioso legnaghese è prevista a Palazzo Altemps-Museo Nazionale di Roma per la seconda metà di maggio 2024. Non poteva però esserci luogo più rappresentativo per omaggiarlo che la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia; sia perché qui è conservato il prezioso e ricchissimo Fondo Cavalcaselle; sia perché, proprio nelle Sale Monumentali, le opere di Veneziano sono attorniate dalle tele di Tintoretto, Veronese, e altri grandi autori del Rinascimento italiano, dei quali Cavalcaselle è stato originale studioso.

LA RICERCA DI CORRADO VENEZIANO

Il lavoro pittorico di Corrado Veneziano parte da quello di Cavalcaselle e a ritroso si incrocia con le opere d’arte, le trame, le tecniche di Cimabue, Pietro Lorenzetti, Antonello da Messina, Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano e molti altri. Veneziano riprende gli schizzi cavalcaselliani, li rielabora, ne ricompone la disposizione prospettica, ne reinterpreta il tratto, dà loro colore: un lavoro di terza mano che è debitore verso il lavoro pregresso e allo stesso tempo aspira a una sua compiuta autonomia artistica: una “tersa mano, una terza vita”.

Impegnandosi a tenere insieme la lezione Rinascimentale, l’architettura formale del modello pittorico classico e la sperimentazione più Contemporanea, Veneziano aggiunge infine ai suoi quadri le “frasi”: quelle deduzioni scientifiche cavalcaselliane che partecipano, condividono e sviluppano la spinta comunicativa generale dell’opera. Le parole stesse – i segni della lingua italiana – diventano simboli e segni dalla elegante propulsione dinamica del geniale autore veneto. L’effetto complessivo è allo stesso tempo sacrale e scientifico, spirituale e laico, avvolgente e razionale.

Come dice Veneziano, “sono un artista e il mio lavoro è squisitamente libero, esente da vincoli; spero però che la mia mostra contribuisca alla ulteriore conoscenza di questo gigante della storia dell’arte europea: un diamante straordinario ma spesso ignorato nel forziere della cultura italiana”.

L’intera serie dedicata a Cavalcaselle è composta di 23 tele che stratificano i sensi e la forza dei lavori precedenti, contribuendo alla loro rinascita e vivificazione.

LE ATTRIBUZIONI DI CAVALCASELLE

Giovanni Battista Cavalcaselle (Legnago 1819- Roma 1897) è uno dei fondatori della disciplina della storia dell’arte, a cominciare dalla sua fondamentale pubblicazione, la prima nell’Italia post-unitaria, della Storia della pittura in Italia.  Il testo, firmato con l’inglese Joseph Archer Crowe, è connotato da un vastissimo materiale raccolto personalmente dall'autore e attestato dai suoi taccuini di disegni.  Il sodalizio con Crowe durò una vita, tanto che il binomio Crowe-Cavalcaselle rappresenta un unicum nella storia dell’arte.

Dopo lungo girovagare, per studio e per scelte politiche, negli anni ’70 viene nominato nei quadri del Ministero della Pubblica Istruzione, primo passo post unitario in direzione di un Ministero della cultura a cui lo studioso veneto darà un contributo pioneristico sia in termini di gestione e sia di conservazione del patrimonio artistico. Connoisseur dell’arte, in particolar modo rinascimentale e medievale, Cavalcaselle si è distinto per una tensione fortemente “investigativa”: legando la sua ricerca al tema concreto delle “attribuzioni” e operando uno studio sistematico delle opere al fine di comprendere con certezza chi ne fosse l’autore. Per giungere alle corrette attribuzioni delle opere, Cavalcaselle registrava impressioni e riflessioni prendendo appunti su “taccuini da viaggio”. Li riempiva di schizzi e poi scriveva accanto, ai margini del foglio, deduzioni, dubbi, intuizioni e “scoperte”. I suoi schizzi si riempivano dunque di immagini e parole, frecce e annotazioni.

INFO - La Mostra gode del patrocinio del MIC, della Presidenza della Commissione Cultura della Camera, dell'ICAS Intergruppo Arte e Cultura della Camera dei Deputati, del Comune di Legnago. Il coordinamento generale è della D.d'Arte.

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