Il Maestro María Faustina Orobio Solís, nata a Limones Cauca, 69 anni, fin dalla nascita è legata alla musica, alla tradizione orale, alla danza e alla gastronomia della regione colombiana del Sud Pacifico. Pertanto, ha dedicato più di 49 anni allo sviluppo e all'arricchimento del Patrimonio Culturale Immateriale esistente nel Pacifico. Ha contribuito con il suo lavoro e la sua gestione culturale a rendere visibile e quindi rafforzare tutto questo patrimonio e continuare così a salvaguardare questa eredità culturale ancestrale. Ha ereditato questi insegnamenti da sua nonna, anch'essa depositaria di tutto questo sapere, che le ha dedicato tempo e amore per trasmetterle la saggezza, i segreti e le diverse arie e canzoni di cui bisogna tenere conto per la buona interpretazione della musica tradizionale di questa regione.
Grazie al Maestro Antonio Banguera che la accoglie nel suo gruppo di musica tradizionale, completa le sue conoscenze in campo musicale e può esprimere in pubblico tutto quel patrimonio culturale. Partecipa come relatrice ad un incontro di afrocolombiani chiamato “V Incontro degli Afrocolombiani” nella città di Guapi, scrivendo un documento dal titolo: “Benvenuti, Signori.”
Desiderosa di scoprire nuovi orizzonti, ma soprattutto di insegnare al mondo la sua saggezza, si coinvolge sempre più in tutto ciò che ha a che fare con le sue origini culturali, per questo partecipa a numerose conversazioni e incontri a livello comunale. Già allora la comunità comincia a rendersi conto di tutto il bagaglio delle sue conoscenze e viene invitata a partecipare negli anni 1999 e 2002 all'evento dell'“Associazione Insieme per il Progresso” (JUMPRO) nel comune di Guapi dove in entrambe le occasioni le viene conferito il riconoscimento di “Saggia e Cantadora”.
Faustina Orobio trova nella musica, nella danza e nella tradizione orale i suoi migliori alleati, ed è lì che decide di iniziare a insegnare ai suoi figli e ai figli dei suoi vicini. Vedendo il potenziale dei ragazzi, propone loro di formare un gruppo musicale creando il suo gruppo di formato tradizionale chiamato “Los Curruleros de Guapi”, con il quale inizia ad eseguire il proprio repertorio, dando nel contempo l'opportunità alle nuove generazioni di cominciare a conoscere le radici della musica tradizionale della marimba.
Durante il tempo libero scrive canzoni, racconti e poesie: nel 2007 riceve il riconoscimento come Poeta all’“Incontro dei Poeti di Buenaventura”. Già a quel tempo il nome di María Faustina Orobio Solís travalicava la costa e le diverse istituzioni culturali ed educative. Il flusso di ricercatori, etnomusicologi e studenti di musica tradizionale comincia a tenerla in considerazione nei loro progetti e questo porta l'Accademia Luis A. Calvo a chiamarla per tenere un laboratorio incentrato sull'interpretazione vocale dei canti tradizionali del Sud Pacifico, adottando una doppia visione: quella accademica e quella tradizionale.
Numerose Associazioni approfittano del suo soggiorno a Bogotà e la ricercano per fare delle presentazioni. Al suo ritorno a Guapi, la Pastorale Sociale, attraverso la Sig.ra Eloisa Cuenú, la associa per quattro anni consecutivi al programma “Bambini nella costruzione di un futuro di pace” come insegnante di Musica Autoctona della Regione del Sud Pacifico, in un programma in cui tiene lezioni di canto e danza. Durante questo periodo viaggia con i bambini a vari eventi come: “Petronito” nell'ambito del XII Festival Petronio Álvarez nella città di Cali, “Reinado de la Señorita Litoral” nella città di Buenaventura, “Musica e Gastronomia” alle vetrine dell'“ANATO” nella città di Bogotà.
Nel 2008 e nel 2011 viene invitata a Tumaco come rappresentante della “Rete de Cantadoras de Guapi” per sostenere la situazione delle cantadoras rispetto al resto della regione e proporre soluzioni ai problemi che devono affrontare. Nel 2010 il Ministero della Cultura era già a conoscenza dell’esistenza e dell’opera svolta dal Maestro Orobio, pertanto decide, attraverso la Biblioteca di Letteratura Afrocolombiana, di pubblicare otto dei suoi migliori racconti che fanno parte di “Storie per dormire a Isabella” della “Tradizione Orale Afropacifica colombiana”. Nello stesso anno, il Progetto: “Malaria Colombia –Componente Sociale (COMBI Team)” dell’Università di Antioquia, Facoltà Nazionale di Sanità Pubblica, gli ha commissionato la creazione di due brani musicali a sostegno della campagna contro la Malaria.
Negli anni 2011 e 2012 partecipa nella località di El Charco-Nariño all’“Incontro di Musica Tradizionale” e al “V Incontro Tematico della Rete di Cantanti del Sud Pacifico” che contribuiscono alla formazione di cantanti per rafforzare detta rete. In seguito di queste attività, la Fondazione “Con Mujeres” con sede nel paesino di Guapi, le concede il riconoscimento come Cantante, Compositrice e Poeta. Sempre nel 2012, l’“Istituto Dipartimentale di Belle Arti” di Cali le assegna alcuni Laboratori di “Musica tradizionale e canti del Pacifico” e nel 2013 viene invitata a partecipare a “La Mesa de Abuelos”, evento organizzato dalla Direzione delle Popolazioni del Ministero della Cultura, nell'ambito del “Festival delle Lingue” presso la Fiera del Libro di Bogotá.
Nel 2012 si avvera uno dei suoi grandi sogni: grazie a ‘Resistencia Music’, un'etichetta indipendente, con il sostegno della Fondazione Culturale, Artistica e Musicale Gualajo, registra il suo primo album intitolato “La Belleza de mi Pueblo”. Allo stesso tempo con la stessa etichetta realizza un documentario sulla sua vita e sul suo lavoro intitolato: “Mi Santa Comadre”. Il CRESPIAL (Il Centro Regionale per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell'America Latina) e R.T.V.C. (Radio Televisione di Colombia), in alleanza con il Ministero della Cultura, hanno scelto il brano “Campanero Repicá”, che fa parte di questo album, per essere inserito nella compilation “Canzoni e musiche afro-discendenti dell'America Latina”.
Questo documentario viene trasmesso dal canale ‘Signal Colombia’, mentre il suo album viene premiato agli ‘Shock de la Música Awards’ del 2013, nella categoria: ‘Miglior album folcloristico’. Nel 2015, è ospite speciale alla proiezione del suo documentario “Mi Santa Comadre” nell'ambito del Festival Internazionale del Cortometraggio e delle Scuole di Cinema “El Espejo”.
Il Maestro Orobio continua incessantemente il suo impegno nella “Rete dei Cantanti Guapi”, pertanto nel 2013 si reca a Popayán come Responsabile della Musica Tradizionale del Pacífico nell'evento “Afro discendenti Manos Negras” per continuare nella lotta per salvaguardare la tradizione. Partecipa come relatore all’“Incontro Nazionale delle Scuole di Musica” di Bogotá e al “Primo Congresso Internazionale di Marimba e Canti Tradizionali del Pacifico del Sud Colombiano” tenutosi a Buenaventura nel 2014, anno in cui la Colonia Residente Guapireña in Cali gli rende omaggio per il suo contributo alla cultura musicale del Pacifico colombiano.
Nel 2015 si reca a Bogotá per lanciare il suo CD “La Belleza de mi Pueblo” nell'ambito di “Música con Tempo Colombiano” del Ministero della Cultura presso la Biblioteca Nazionale e coglie l'occasione per insegnare il laboratorio: “Lettere, Danze e Ritmi tradizionali del Pacifico meridionale colombiano” presso la Casa Culturale BENKOS sempre nella città di Bogotá.
Nel 2022 è uscito il suo secondo disco intitolato “Verseando con los abuelos” in collaborazione con i musicisti di ‘Minga Pacifica’: Jayer Torres Alomía (voce solista, marimba, cununo maschili e femminili, bombo arrullador, guasá e cori), Kizu (voce solista e marimba, bombo), Katherine Quiñones (voce solista voce, Cori), Zoraya Caicedo (Voce principale, Cori), Paul Ospina (chitarra acustica). L’album è stato prodotto da “Resistencia Musica S.a.S.”.
SOLO TRE DOMANDE
- Mi descrivo con solo tre aggettivi
- Appassionata.
- Sensitiva.
- Guerriera.
- Il solo evento che mi ha cambiato la vita
- Aver avuto una nonna che mi ha trasmesso tutte le sue conoscenze musicali.
- Solo un link socialmente utile
L'intervista di Patrizia Boi
Quando ha avuto inizio la tua avventura musicale?
La mia avventura musicale dura da sempre, ma posso dire che ci sia stato un vero inizio quando da Bogotà sono tornata al mio paese natale Limones e ho sentito “las cantadoras” e i chitarristi. Per prima cosa mi sono innamorata della musica della chitarra e pian piano mi sono immersa in tutto ciò che aveva a che fare con la musica: mi piace tanto la musica e sono una avventuriera di tutto ciò che si chiama musica. A quei tempi avevo più o meno quattordici anni, immaginate quindi da quanto tempo io mi vado avventurando nel campo della musica! La musica ce l’ho nell’anima fin da quando sono nata, per me è la migliore delle arti che Dio ha lasciato al mondo, la sento, la vivo e vorrei trasmetterla in ogni istante: la musica è salute, è vita, è tutto per me. In tutti quei momenti inizia il mio percorso musicale.
Chi ha ispirato di più il tuo mestiere di “cantadora”?
Mi sono affezionata al gruppo di marimba dove cantava mia mamma con mio zio Pedro Montaño e nel quale mia nonna recitava poesie; poi mi piaceva tanto come suonavano i musicisti del gruppo di chitarra che si chiamavano per le celebrazioni, per i matrimoni, per le feste a casa a Limones e ancora conservo quel ricordo vivido nella mente. Non rammento se quei gruppi avessero un nome perché a quell’epoca li ascoltavo soltanto quando mia madre era invitata a cantare in qualche festeggiamento e lei accettava sempre; mamma apparteneva al gruppo di marimba, a quello di “chirimía” (ritmo musicale del nord del pacifico colombiano) e a quello di chitarra. Lei cantava, mentre “la verseadora” era mia nonna, che componeva canzoni, poesie e detti. A mia nonna piaceva mettere insieme i suoi ragazzi mentre trebbiavamo riso o quando raccoglievamo il mais… Era davvero bellissimo andar per la montagna e ascoltarla cantare e sentire tutte quelle cose che la nonna ci insegnava! Della musica del Pacifico, la mia più grande ispiratrice fu dunque mia madre; per i versi, detti e poesie fu mia nonna e per la musica colombiana il gruppo “Garzón y Collazos” in Bogotá. Sempre porto la musica nel sangue e da bambina non sapevo che mia madre cantasse e quando sono arrivata da Bogotá ho scoperto tutto quel “casino –festa” come si dice nella costa del Pacifico.
Ti hanno pubblicato vari racconti nel libro “Cuentos para dormir a Isabella”, di cosa parlano?
La storia di questo libro è la seguente. Ho conosciuto il signor Baudilio Revelo mentre partecipavo al “festival di musica del Pacifico Petronio Álvarez” a Cali: lui è un avvocato di Guapi e in quel tempo stava scrivendo un libro di racconti infantili della tradizione orale afropacifica colombiana. Il signor Baudilio mi ha proposto di far parte di questo progetto con alcuni miei racconti e lo ha proposto anche ad altri poeti. La figlia del signor Baudilio si chiama Isabella e mentre stavo a casa sua e raccontavo le mie storie, la bambina si addormentava. Da quel momento il nome del libro è diventato “Racconti per addormentare Isabella”. Gran parte delle mie storie sono autobiografiche e hanno sempre una morale. Le ho inventate per i miei figli, per raccontarle loro mentre si addormentavano. I miei racconti che fanno parte di questo progetto sono: “La figlia Mangurriel”, “Cantantún”, “Il pesce Cusumbí”, “Juan lo scemo”, “Lo zio coniglio e i tre fratellini cacciatori di fortuna” e “L’uccello azzurro”.
Sei giunta al tuo secondo disco, quali sono i tuoi progetti musicali?
Ahi… il mio progetto musicale è quello di continuare a formare i bambini con la musica, facendo musica; chiedo tutti i giorni alla Vergine e al Signore che mi aiutino a poter lasciare in eredità ai miei figli – che sono musicisti - una scuola, non deve essere ricca, ma deve restare in eredità ai giovani, ai bambini e anche ai grandi, perché ci sono adulti che non sanno nulla di queste musiche.
Che ruolo giocano le canzoni tradizionali del Pacifico in terra colombiana?
La Colombia è un paese che non si è impegnato a conoscere a fondo la ricchezza della tradizione del nostro litorale del Pacifico, le hanno sempre considerate superficialmente. In TV, nella pubblicità, si riferiscono sempre alle stesse cose, ma ci sono posti dove è nata la musica e non li tengono in nessun conto, come per esempio il mio paese, Limones, allora, i testi delle canzoni che io compongo, sono sempre scritti con l’intenzione che chi li ascolta possa trovare qualcuno che abbia a che vedere con quel testo e possa domandare: cos’è questo? Dov’è? Come dicevano i nostri vecchi di un tempo: che si illustrino! Se c’è qualcuna che ve li possa illustrare alla maniera contadina, quella sono io. Non è lo stesso vivere un’esperienza piuttosto che leggerla perché lo scrittore a volte racconta quello che gli conviene, ma chi ha vissuto una vicenda la mantiene viva nella sua mente. Dunque questa è sempre stata la mia intenzione, che la gente sappia come si tira fuori “la piangua” (specie di crustaceo), quante varietà di pesce ci sono nell’acqua dolce e nell’acqua salata. Ho incominciato a scrivere questi testi in modo che i bambini potessero conoscere la propria regione. E continuo a farlo raccontando sempre la verità della nostra cultura con il compito di tramandarla ai posteri!