Sinestetica presenta "Ghisa", una mostra collettiva a cura del Gruppo Moa che sarà inaugurata sabato 13 aprile alle 18.00! L'esposizione sarà aperta al pubblico fino al 26 aprile 2024.
Gli artisti sono: Giuseppe Boezi, Giuseppe Francavilla, Alice Milan, Giorgios Papaevangeliou, Giovanni Pernazza, Fabiana Pernisco, Sofia Podestà, Giorgio Quintiliani, Federico Rebecchini, Giovanni Telve, Stefano Togni.
La ghisa è, secondo la definizione dell’enciclopedia Treccani, un “Prodotto siderurgico consistente in una lega ferro-carbonio con tenore in carbonio fra 1,9% e 6,5%.” È un materiale ecologico e sostenibile, che può essere facilmente riciclato e riutilizzato senza generare rifiuti tossici o nocivi per l’ambiente. Le sue caratteristiche fisiche la rendono incredibilmente resistente e durevole. Viene perciò impiegata nella produzione di oggetti che devono durare nel tempo e resistere ad urti e intemperie, con poca o zero manutenzione.
Molti di questi oggetti sono davanti ai nostri occhi quotidianamente: tombini, panchine, pali della luce, portabici e fontanelle. Si tratta di elementi del paesaggio urbano che restano immutati per decine, se non centinaia di anni, sopravvivendo spesso agli edifici ad essi limitrofi. Gli oggetti in ghisa sono discreti osservatori della città, nella loro durevolezza la vedono mutare sicuri della loro utilità.
Le fontanelle di Roma ne sono un esempio. Piccoli menhir urbani, disseminati ovunque nel centro storico e non solo, testimonianza persistente dell’identità cittadina. L’arte dei tombini in ghisa risale ai primi del XIX secolo, quando la lavorazione del ferro e della ghisa raggiunse l’apice in Europa. Alfonso Morone nel suo Tombini d’Italia racconta come i chiusini e gli elementi in ghisa non soffrano di obsolescenza programmata, né tantomeno di continui aggiornamenti tecnologici. Essi sono fatti per durare, in un compito immutabile nel tempo, pronti ad essere riciclati illimitatamente grazie alle loro caratteristiche fisiche.
In un paesaggio urbano alla continua rincorsa della novità e del rinnovamento forzato ed interessato, la ghisa resta immobile ed impassibile. Stoica nel suo compito decretato da uno stampo fondiario. Oggetto di questa indagine è una scala ridotta, costituita da elementi soprasseduti, dalla durevolezza e chiarezza di intenti di un materiale nobile e discreto.
Il progetto è vincitore dell’avviso pubblico “Primavera della lettura” In collaborazione con il Municipio Roma III ed è realizzato in collaborazione con OpenHouse Roma.
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