Il ricordo del sacrificio di Mahsa Amini, donna-simbolo delle proteste scatenate dalla popolazione iraniana contro il regime in seguito alla sua uccisione per non aver indossato correttamente l’hijab, non andrà mai perduto, ma resterà presente grazie alla realizzazione della scultura in bronzo col volto della martire che – grazie all’organizzazione di Florence Biennale, Mostra internazionale di arte contemporanea e di design, e con il patrocinio e il contributo della Regione Toscana - troverà la definitiva collocazione a Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, sede della Giunta Regionale.
Il 10 dicembre 2024, Giornata Internazionale dei Diritti Umani, l'opera in bronzo è stata svelata nella Sala del Pegaso (Piazza del Duomo 10, a Firenze) e per l’occasione si è tenuta una conferenza media per illustrare il progetto nel dettaglio ed è stato proiettato per la prima volta il documentario che ripercorre le varie "tappe" del cammino che ha condotto alla realizzazione dell'opera in bronzo e sul suo significato.
Alla conferenza hanno partecipato Eugenio Giani (Presidente della Regione Toscana), Jacopo Celona (Direttore della Florence Biennale e Presidente dell’Associazione Artimino Contemporanea), Sarah e Giacomo Del Giudice (Fonderia del Giudice), Claudia Chianucci, Elena Quirini e Rocco Spina (docenti della classe di scultura del Liceo Artistico di Porta Romana, a Firenze) e Sabri Najafi (attivista del movimento donne iraniane).
Non potendosi allontanare dalla Norvegia per motivi inerenti la richiesta di asilo politico, l'artista iraniano Partin Bastan e sua moglie Marjan Najafi – autori del primo bozzetto in creta dell’opera oggi trasformata in scultura bronzea - si sono collegati in diretta con Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati.
Un progetto lungo 14 mesi
Tutto ebbe inizio nell’ottobre 2023, in occasione della XIV Florence Biennale, quando alla Fortezza da basso di Firenze fu allestito lo spazio “I Am Mahsa” dedicato alle artiste iraniane e soprattutto in ricordo degli avvenimenti che avevano portato alla morte di Mahsa Amini nel settembre 2022 e alla nascita del movimento "Women, Life, Freedom".
In questo contesto, l'artista iraniano Partin Bastan e sua moglie Marjan Najafi parteciparono alla XIV Florence Biennale grazie all’ospitalità della Fondazione Robert F. Kennedy International House of Human Rights e, davanti agli occhi di migliaia di visitatori, ora dopo ora plasmarono dal vivo il modello in creta raffigurante il volto di Mahsa Amini, vero e proprio omaggio a un simbolo di trasformazione e di lotta per la libertà.
Una volta conclusa la Biennale – ed effettivamente questo progetto dimostra come le idee concepite durante la manifestazione continuino a svilupparsi ben oltre la chiusura dell’evento – il modello rimase a Firenze, diventando il "seme" di un’iniziativa di più ampio respiro che stava pian piano prendendo forma.
A gennaio 2024 il modello fu consegnato al Liceo Artistico di Porta Romana dove i docenti della classe di scultura, Claudia Chianucci, Elena Quirini e Rocco Spina, si attivarono per ricavarne un calco in gesso, utile per la successiva fusione in bronzo.
Quindi lo scorso settembre il modello in gesso e il calco in lattice sono stati traslati alla Fonderia Del Giudice, storica azienda Toscana di Strada in Chianti che quest'anno compie 50 anni di attività, che si è resa disponibile a effettuare la fusione in bronzo.
Adesso finalmente l’ultimo atto di un percorso virtuoso iniziato 14 mesi fa: in accordo con la Regione, la scultura così realizzata trova collocazione negli spazi dello storico edificio di Piazza Duomo a Firenze, dove rimarrà come ricordo e omaggio all’azione di una donna coraggiosa, nonché monito per l’azione delle future generazioni.