Sonetto Stonato
Spendo le mie giornate per trovare
parole belle e versi delicati,
che mi nascano in testa come orchestra
di strumenti accordati, per suonare
nuove rime sulla carta. Balestra
lancia-dardi è la mia mano: nel mare
di vocaboli si perde, e in scosse
titubanze si muove, assai maldestra.
Concentro la mia forza, come fosse
questione di una morte da evitare
e vò, tignoso e con le guance rosse…
A denti stretti il foglio mordo ai lati!
Non c’è speranza di comporlo bene;
il mio sonetto è sì fra i più stonati.