Vi segnaliamo un appuntamento dedicato a una di quelle realtà sociali che rappresentano i valori in cui crediamo: gli orti urbani! Il 1 febbraio 2018 alle 15 presso la Sala Lettura della Biblioteca Storica dell'Agricoltura avrà luogo la conferenza e presentazione del reportage fotografico e del libro (con proiezione di fotografie): 'Gli orti urbani. Ritorno alla terra e alla comunità'. Intervengono l’autrice del reportage fotografico e del libro Maria Caterina Feole, (Autrice, Giornalista, Fotogiornalista, Filmmaker), Lucio Governa (Consigliere Nazionale e Vicedirettore del Dipartimento Interni della FIAF –Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e Marcello Cornacchia (Vicepresidente dell’Associazione Orti Urbani Tre Fontane), modera Mario Pulimanti (Direttore Vicario della Biblioteca Storica Nazionale dell'Agricoltura). Come già accade da tempo in altri Paesi europei, anche gli Italiani sono diventati un popolo di 'urban farmers'. Secondo l' ultima indagine Coldiretti e Censis, infatti, oltre 20 milioni di persone zappettano la terra, tra le quali una percentuale sempre più consistente di giovani, cimentandosi nella coltivazione di Orti, giardini e terrazzi, pur se completamente a digiuno delle tecniche di coltura. Il fenomeno è in costante crescita anche nelle grandi città, ove gruppi di abitanti di quartiere, aspiranti zappatori, si costituiscono in Associazione ed ottengono dal Comune appezzamenti di terreno incolto da destinare a fini agricoli. A Roma attualmente vi sono circa 70 Orti condivisi, disseminati ovunque e di varia grandezza; tra questi l’esperienza più grande è quella degli Orti Urbani delle Tre Fontane, nel un’area verde di 23.000 mq. che accoglie oltre 100 orti destinati all’attività agricola per l’autoproduzione, oltre ad alcuni spazi per attività comuni conviviali e ludiche, un orto didattico a disposizione delle scuole, e alveari per le api; altre iniziative sono allo studio. Oasi per un lungo periodo abbandonata a se stessa, un tempo appartenente all’antica Tenuta dei Frati Trappisti, dal 2013 ha ritrovato la vocazione agricola di campagna romana, grazie all’intervento volontario dei cittadini, che hanno bonificato la zona prima usata come discarica, impedendone anche la cementificazione selvaggia. Ma il motore delle Tre Fontane, rinomato esempio a forte inclinazione sociale, non è soltanto la voglia di coltivare e produrre ortaggi genuini. Difatti, mentre si rovesciano le zolle, si trovano risposte a bisogni di molteplice natura. Alla finalità di autoproduzione di ortaggi, frutta e piante officinali, si affiancano la voglia di riscoprire il contatto con la natura, il desiderio di scaricare lo stress della vita quotidiana e l’esigenza di fare comunità solidale. Ed in questi spazi pubblici vivibili open air, ad accesso libero, ogni generazione, dal bambino al pensionato di ogni estrazione sociale, trova un proprio ruolo, in armoniosa integrazione, e collabora alla vita della comunità secondo le proprie competenze. Gli Orti, quindi, diventano luogo di aggregazione e lo spunto per fare altro: una moderna agorà, in cui creare comunità e tessere relazioni, socializzare, organizzare attività ricreative come feste, cerimonie e celebrazioni (particolarmente sentita è quella in 'onore' del grano), workshop su tematiche naturalistiche e di benessere, Laboratori per bambini, percorsi di educazione ambientale per scuole elementari e medie, collaborazioni con cooperative sociali per il reintegro di soggetti svantaggiati (ex detenuti, malati psichici, ecc.), sperimentazioni con le Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma.
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